Migliaia. Semplicemente; in una piazza Maggiore che chissà quante volte ha visto Patrick passeggiare. E oggi si è riempita per chiedere di poter rivedere quello studente bolognese tornare a passeggiarci, nella sua piazza Maggiore.
Lo hanno gridato a squarciagola i suoi amici, i suoi compagni di corso. Lo hanno chiesto a gran voce i ragazzi del Comitato studentesco dell’Alma Mater di Bologna: «Chiediamo al Governo italiano di richiamare l’ambasciatore. Chiediamo al Governo italiano di dichiarare l’Egitto un paese non sicuro. Bob Dylan cantava “La risposta, amici miei, sta soffiando nel vento”, oggi quelle parole sono quanto mai attuali. Non abbassiamo l’attenzione su Patrick; uscendo dall’ultimo interrogatorio ha urlato “Forza Bologna”: glielo dobbiamo».
Ha poi preso la parola il Rettore dell’Università di Bologna, Francesco Ubertini: «Grazie a tutti coloro che hanno voluto unirsi a questo simbolico abbraccio, che si sta svolgendo anche nelle altre città sedi del progetto Gemma. Patrick è un nostro allievo, un nostro compagno, un nostro amico. Noi abbiamo bisogno di Patrick, delle sue domande, della sua voglia di studiare, della sua testimonianza che un’Europa unita culturalmente è possibile. Ti aspettiamo Patrick, per coltivare quell’umano che è in noi».
Anche il primo cittadino Virginio Merola era in piazza, sul palco, per spiegare che Bologna aspetta il ritorno di un suo cittadino: «La nostra è una città che la parola Libertà l’ha messa nel proprio simbolo, nel gonfalone. E non possiamo accettare che un proprio cittadino sia detenuto a causa del proprio pensiero. I ragazzi che studiano a Bologna sono bolognesi; l’Università è Bologna e Bologna è l’Università. Mi rivolgo ai governanti egiziani, da sindaco di una città che conosce il dolore causato dalle stragi: non è con la repressione che si sconfigge il terrorismo. Non è togliendo diritti che si battono gli oppositori. Solo la libertà rende tutti più forti. Bologna aspetta il 22 febbraio, quando si terrà la prossima udienza; gli egiziani capiranno che stanno sbagliando, ne siamo certi. Ai governanti europei chiediamo di adoperarsi per favorire la libertà di Patrick. Perché nessun commercio di navi o altri interessi vale quanto la vita di un cittadino libero. Si era pensato di concedere la cittadinanza onoraria a Patrik Zaky, ma non serve: lui è già cittadino bolognese. La concederemo quando Patrick tornerà a Bologna, perché Patrick deve tornare a Bologna».
Anche dal sindaco Merola è arrivata la richiesta al Governo italiano di richiamare l’ambasciatore italiano a Il Cairo.