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Custonaci (Trapani) si stringe attorno alla famiglia Biondo, venerdì 7 febbraio una fiaccolata per ricordare Giovanni

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Si terrà il prossimo 7 di Febbraio alle ore 19.00 a Custonaci, una fiaccolata in memoria del giovane Giovanni Biondo, morto lo scorso 7 gennaio a 21 anni in un’incidente sul lavoro

Giovanni si arrangiava a lavorare alla giornata, non sognava grandi cose, sognava una casa, un futuro semplice, un lavoro dignitoso che purtroppo non è mai arrivato, un diritto espresso in costituzione che nei fatti viene negato a milioni di giovani. Il 7 gennaio è morto cadendo da una scala, mentre si arrangiava come meglio poteva per portare a casa qualche euro. La mancanza di lavoro e di prospettive, spinge migliaia di giovani siciliani ad abbandonare la propria terra in cerca di un futuro migliore al nord, Giovanni però la sua terra non voleva lasciarla, pensava di potersi arrangiare e di riuscire a cavarsela, ma il suo sogno di crearsi una famiglia con la ragazza che amava è stato spezzato via per sempre. «E’ rimasto vittima di un sistema spietato, che non fa nulla per cambiare in meglio la condizione dei giovani Siciliani », denuncia la mamma di Giovanni. Una donna distrutta che ha perso il figlio «per 10 euro». Questa era la paga pattuita per ogni quintale di legna tagliata, e questa era la legna che quel giorno Giovanni era riuscito a tagliare prima di perdere la vita.

«Con questa fiaccolata vogliamo lanciare un forte messaggio a chi ci governa, a chi ha la possibilità di poter fare qualcosa per cambiare le sorti di questa terra» scrive Valentina, una degli organizzatori dell’evento. «Sono migliaia i giovani che negli ultimi anni hanno pagato a caro prezzo la ricerca di un lavoro. Nanni ha pagato con la sua vita la scelta di continuare a credere nella sua terra, altri sono stati costretti ad abbandonarla per non sentirsi più un peso per le proprie famiglie, che nonostante gli sforzi, molto spesso non riescono ad arrivare alla fine del mese.
Cristina Angelo é una madre che chiede giustizia, che ha voglia di urlare che NON DEVE PIÙ SUCCEDERE, e noi abbiamo deciso di sostenerla».


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