Costringeva la moglie disabile e la figlia ventenne a prostituirsi per cinque euro. “Un quadro desolante”. Così il procuratore capo di Cosenza, Mario Spagnuolo, ha definito il contesto emerso dall’arresto di un 53enne, cosentino, e gli arresti domiciliari per il figlio 27enne, ritenuti a vario titolo responsabili dei reati di “favoreggiamento della prostituzione” e “maltrattamenti” commessi nei confronti dei loro familiari. Il presunto orco avrebbe fatto prostituire – per pochi euro – la moglie disabile e la figlia. Nello specifico, l’attività d’indagine ha fatto emergere un quadro desolante all’interno di un contesto familiare caratterizzato da grave degrado sociale e culturale, nel quale dal mese di ottobre del 2018 per oltre un anno, le due vittime, madre e figlia, rispettivamente, di 51 e 20 anni, sono state costrette a subire ripetute violenze fisiche e verbali nonché ad avere rapporti sessuali non consensuali con diversi clienti procacciati dall’“orco”.
Nel corso degli approfondimenti investigativi sono stati documentati reiterati atti di violenza, minaccia e umiliazione con cui l’uomo avrebbe costretto la moglie, invalida civile al 100%, e la figlia a consumare rapporti sessuali occasionali con uomini reclutati da lui stesso, dietro un compenso di 5/10 euro per ogni prestazione. Il 57enne è accusato anche di aver leso, con inaudita violenza, con più azioni reiterate nel tempo, l’integrità fisica e morale della moglie, sottoponendola, attraverso un complesso di attività vessatorie, a durevoli sofferenze fisiche e morali. In particolare, la donna è stata più volte apostrofata con epiteti fortemente offensivi ed altre parole dal forte connotato ingiurioso, anche in relazione alla propria condizione di disabilità; ha dovuto subire pugni, schiaffi e pestaggi di inaudita violenza; ha vissuto con l’angoscia di essere rinchiusa in una casa di cura qualora non avesse smesso di lamentarsi; in un’occasione è stata pure minacciata di morte con un coltello.