Scritto da Bruna Alasia
ROMA – Un premio Zavattini che si rinnova e ingrandisce, è stato quello presentato quest’anno, nella sede romana dell’AAMOD (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e democratico), dal suo presidente Vincenzo Vita, da Antonio Medici direttore del Premio, da Cristiano Migliorini dell’istituto Luce, da Gabriella Gallozzi di Bookciak Azione! e dal Presidente di Giuria Granfranco Pannone.
“Si può capire il futuro solo se si lavora sulla memoria in modo non accademico, immergendosi nella società”, Vincenzo Vita, presidente della Fondazione AAMOD, che promuove il Premio Zavattini ha affermato: “Si può capire il futuro solo se si lavora sulla memoria in modo non accademico, immergendosi nella società. Oggi Cesare Zavattini, di fronte alle straordinarie potenzialità del digitale che si impoveriscono nei selfie e nelle apparenze, avrebbe comunque spinto i giovani a lavorare concettualmente, proprio su questi materiali ‘usa e getta’ per documentare nella maniera più creativa la realtà e il ruolo dell’immagine nella nostra vita. Inoltre – ha aggiunto – se proprio nel ‘giorno della memoria’ abbiamo visto ricomparire sui muri scritte di un certo tipo, è perché essa non viene usata abbastanza. Il premio ha il fine di conservarla e valorizzarla. Si tratta di ‘militanza culturale’ sulla quale scommette l’archivio”
Il premio Zavattini dal 2020 annuncia la sinergia col Premio Bookciak,Azione!. Sinergia che prevede la selezione, in collaborazione col premio Zavattini, dei migliori corti ispirati ai diari-romanzi di LiberEtà, casa editrice dello Spi-CGIL. Il riuso creativo parte dai diari dei pensionati per arrivare a un video massimo di tre minuti, che esprima gli aspetti più significativi del libro. Sarà la direzione del Premio Zavattini a scegliere il vincitore della sezione “Memory Ciak” dell’edizione 2020 del premio Bookciak, Azione! che avrà la sua anteprima il prossimo primo settembre al Festival di Venezia, evento di pre apertura delle Giornate degli Autori in collaborazione con SNGCI e Spi-CGIL LiberEtà.
Nella stessa giornataè stato avviatoanche il progetto di residenza artistica “Unarchive. Suoni e Visioni”, che porrà l’accento sulla funzione di ricerca e ampliamento sensoriale che la musica può avere nei confronti del cinema d’archivio e sulla possibilità che la scrittura musicale possa risemantizzare e intensificare le immagini filmiche.
I tre progetti vincitori a pari merito del Premio Zavattini 2019/20, annunciati dalla Giuria,Sono Il mare che non muore di Caterina Biasucci, Lo chiamavano Cargo di Marco Signoretti e L’angelo della storia di Lorenzo Conte. Gli autori riceveranno il sostegno del Premio per la realizzazione dei rispettivi cortometraggi e il riconoscimento di 2.000 euro ciascuno a lavoro terminato. Assegnata anche una menzione speciale a Het di Santiago Torresagasti, che potrà utilizzare liberamente il materiale d’archivio dei promotori dell’iniziativa.
Un saggio in embrione di tutti i corti cinematografici è stato proiettato nella sede dell’AAMOD e ha suscitato approvazione e applausi perché in esso si evidenzia, pur se in nuce, un notevole calibro. Antonio Medici, direttore del Premio, ha infatti sottolineato la qualità di tutti i progetti finalisti, augurandosi che anche gli autori non premiati possano proseguire nei percorsi di produzione e diffusione, forti delle spinte personali, di una comunità che si è creata, ma anche di materiali di presentazione dei progetti (un teaser e un dossier) bene impostati.
Il presidente di giuria Gianfranco Pannone, ha aggiunto: “E’ stimolante partecipare ad una iniziativa come il Premio Zavattini, che nasce dall’unione di realtà diverse ed è un modo per reagire alla nostra crisi culturale. Sarebbe necessaria la creazione di una Federazione Nazionale degli Archivi per conservare e far conoscere al meglio gli straordinari patrimoni filmici italiani. Il lavoro che hanno fatto i candidati e le candidate del Premio sono, in questo senso, anche un atto di responsabilità nei confronti di questo patrimonio”.
I progetti vincitori del Premio Zavattini 2019/20 vertono su questi temi: Caterina Biasucci propone una riflessione evocativa sull’identità femminile, ricostruita attraverso la memoria familiare; Marco Signoretti la narrazione ironica del Mezzogiorno italiano e dei suoi mali secondo i codici di genere dello “spaghetti western”; Lorenzo Conte e Santiago Torresagasti focalizzano momenti storici collegati a due grandi personaggi del Novecento: il primo, guarda l’assedio di Salvador Allende nel palazzo presidenziale attraverso gli occhi di un cecchino; il secondo, ricostruisce la presenza clandestina a Milano del futuro presidente vietnamita Ho Chi Minh.
Il Premio Zavattini è una iniziativa promossa dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, con il sostegno di MIBAC, Nuovo Imaie, Istituto Luce Cinecittà e la collaborazione di Cineteca Sarda, Officina Visioni, Deriva Film, Arci Ucci, Ficc. Media partner Radio Radicale.