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Ogni parola che sapevo, il libro (da non perdere) di Andrea Vianello

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Il 2 febbraio del 2019 ha cambiato per sempre la vita di un caro amico di Articolo 21, Andrea Vianello, giornalista ed ex direttore di Rai 3. All’improvviso, a causa di un’ischemia cerebrale, ha perso la parola. Un anno dopo Andrea ha deciso di raccontare il suo calvario e ha scritto questa perla: Ogni parola che sapevo, pubblicato da Mondadori.
Centottanta pagine da leggere tutte d’un fiato, la storia di un ictus, del suo ictus che ha colpito il lato sinistro del cervello, causato da una dissecazione della carotide.
Una brillante operazione d’urgenza, nonostante una gravissima complicazione sul tavolo operatorio, è riuscita a tenerlo nel mondo dei vivi, ma nulla ha potuto rispetto al danno che si era già propagato: di colpo le sue parole erano perdute. O meglio: nella sua testa si stagliavano chiare e nette come sempre, ma all’atto pratico uscivano in una confusione totale, fonemi a caso, ingarbugliate e incomprensibili. Una prospettiva terribile per chiunque, ma ancora di più per lui, che delle parole ha fatto un’identità e un mestiere, quello di giornalista televisivo. “Ogni parola che sapevo” è un viaggio in un inferno molto diffuso, l’ictus e i suoi danni, che a volte presenta un percorso terapeutico e riabilitativo che non esclude il ritorno. Questo libro racconta e dimostra che le parole che Vianello sapeva sono state in qualche modo tutte recuperate. Ma l’aspetto interessante, che fa della sua testimonianza una storia da leggere, è che a quelle che già sapeva Vianello ne ha aggiunte di nuove. Le parole che raccontano il calvario personale di chi scopre la sua vulnerabilità fisica, quelle che descrivono la brutta sensazione di ritrovarsi esposto in poche ore dai riflettori di un studio tv ai meandri inestricabili della sanità pubblica. Quelle che bisogna trovare per continuare a combattere ogni giorno, tutti i giorni, contro gli strascichi dell’evento subito, anche quando è stato superato. Ma pure quelle degli affetti, a volte sopite o date per scontate, e che invece possono riempire un intero vocabolario. Un libro a volte ironico, ma sempre pieno di speranza, che racconta il quotidiano ma inevitabile coraggio di chi si trova d’improvviso ad affrontare una lunga e spesso solitaria traversata del deserto. E che nonostante tutto riesce, forse, a recuperare la sua parte migliore.
Aspettiamo che Andrea si rimetta al meglio per poter riprendere il cammino che da sempre ci ha visto insieme nella difesa della libertà di informazione.


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