80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

“La citofonata di Salvini? È stato come un rastrellamento…” Intervista alla legale della famiglia del tunisino Yassine

0 0

«È stato come un rastrellamento…», non lasciano spazio a equivoci le parole di Cathy La Torre, già consigliere comunale a Bologna e legale della famiglia di Yassine, detto “Iaia la cartola”, al cui citofono martedì scorso il leader leghista Matteo Salvini ha suonato chiedendo se lì abitasse uno spacciatore.

«Non è normale che mentre sei a casa tua qualcuno ti suoni al citofono per chiedere se spacci; o sei hai le corna o se sei lesbica. È una molestia inaccettabile. Inoltre è un messaggio irrispettoso delle forze dell’ordine; che lancia un messaggio culturale sbagliato: non esiste la giustizia fai da te. Neanche se sei in campagna elettorale».

Avvocata La Torre, ma perché si è arrivati a questo?
«Partiamo da un dato oggettivo: Iaia non è indagato, non ha precedenti. Una donna lo accusa perché il padre lavora da Bartolini e il figlio ha le Adidas, le Nike. Ergo: spaccia. Non è accettabile; soprattutto se a prestarsi a un fatto del genere è un ex Ministro dell’Interno. È una comunicazione culturale e politica devastante. Se ci sono prove di quello che si sostiene si va dalle forze dell’ordine, non si citofona con drappelli al seguito».

Al giornalista di Fanpage, Beppe Facchini, si è parlato di precedenti…
«Era il fratello, che ha precedenti per rissa e non abita neppure più al Pilastro; non centra nulla con Iaia. Anche il padre ha qualcosa, ma è relativo a 25 anni fa. Cosa vuol dire? Non è che andiamo a chiedere a Salvini se lui è uno spacciatore perché ci sono foto che lo ritraggono con la mano sulla spalla di personaggi come Lucci, condannato per droga. Se uno va a scuola con un mafioso, non è che poi lo possiamo chiamare mafioso…».

E adesso?
«Ieri sono stata al Pilastro, molti erano indignati per quello che è successo. Iaia è un ragazzo di 17 anni che gioca a calcio nell’Imolese, tra qualche mese diventerà padre; vuole prendere la patente e andare a guidare da Bartolini, come suo padre, per mantenere la sua famiglia. Ma oggi, al Pilastro e non solo, per tutti è Iaia ‘lo spacciatore’. Può essere normale? Così si rovina la vita alle persone; per un sospetto, un’allusione. È una cosa semplicemente aberrante».

È già stata presentata una denuncia?
«Non parliamo di denuncia, perché stiamo valutando la questione nel suo complesso; sono stati violati tanti di quei profili penali e non solo che è necessario studiare una specifica strategia giudiziaria per la quale, spero si possa capire, vorremmo mantenere al momento una certa discrezione. Diciamo solo che ci stiamo predisponendo a uno slancio giudiziario importante».


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21

Articolo21
Panoramica privacy

Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.