Avevo letto nei giorni scorsi, con una certa sorpresa, le delibere dell’Autorità per le Comunicazioni che, con il consueto tono felpato, invitava le emittenti televisive a un maggior equilibrio nei programmi informativi. Alla fine anche l’arbitro si era accorto di alcune faziosità e forse pensava alle prossime elezioni di rilievo non solo locale.
Ieri sera mi sono trovato a guardare il Tg La7 e mi ha colpito la notizia della grande manifestazione a Bologna delle Sardine, con una piazza strapiena di circa 40.000 persone, con gli organizzatori che sottolineavano il valore della presenza fisica di quella quantità di persone riunite gioiosamente in quella piazza, a sostegno di valori costituzionali. Seguivano le consuete notizie sulle posizioni delle diverse forze politiche.
Pensavo che tutto finisse nell’ambito del Tg che effettivamente aveva osservato quell’equilibrio indispensabile, a meno di una settimana dal voto.
Mi sbagliavo. Subito dopo, annunciato con enfasi dal giornalista del Tg, appariva il conduttore di “Non è l’Arena”, Massimo Giletti, che non mancava di annunciare la presenza, in collegamento, del leader della Lega Matteo Salvini.
Ho assistito, nella mezz’ora successiva, a un vero e proprio comizio di Matteo Salvini, collocato sullo sfondo di una piacevole scenografia domestica, e montato in forma di un’intervista di Massimo Giletti che definire compiacente sarebbe assolutamente benevolente. Il leader della Lega ha potuto mettere in mostra tutto il suo repertorio, connotato dei più pesanti attacchi a quella magistratura che lo vorrebbe condurre a giudizio per la vicenda della nave Gregoretti. Una larghissima parte del discorso è stata dedicata poi alle elezioni in Emilia Romagna, con tutta una serie di affermazioni a sostegno della candidata del suo partito e naturalmente, il tutto, senza il minimo contraddittorio.
Leggo ora i dati degli ascolti di ieri sera e vedo che il programma ha raggiunto un milione e trecentocinquantamila persone e sono certo che nessun altro leader potrà ormai più essere invitato per offrire una diversa visione, né potrà farlo il Presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. Questo senza considerare che, in precedenza e dopo le festività sembra esserci stato un solo invito all’on. Giorgia Meloni.
Penso anche, con tristezza, che un gruppo di ragazzi, animatori del movimento delle Sardine, avranno dovuto certamente impegnarsi non poco per portare in piazza 40.000 persone e mi appare stridente che il conduttore di un programma serale, di buon ascolto, possa permettersi il lusso di entrare a gamba tesa negli equilibri di un’importantissima competizione elettorale, offrendo il suo pubblico (di una ventina o di una trentina di volte superiore a quella piazza) per uno spot elettorale clamorosamente di parte e senza alcun contraddittorio su proclami vistosamente propagandistici e privi di riscontro .
Tutto questo è inaccettabile. Inaccettabile soprattutto è che dopo il richiamo (anche alla La7), fresco di alcuni giorni in cui si chiede di riequilibrare il tempo troppo a favore di Salvini (o meglio della Lega), il direttore di rete abbia potuto infischiarsene in maniera così clamorosa.
Vorrei in conclusione rivolgermi al prudente Presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani. Vorrei vivamente pregare il professore-arbitro, di dedicare, per una volta almeno, la sua attenzione non solo ai freddi numeri che gli vengono portati sul tavolo dalla società di rilevazione delle presenze e dei tempi di parola dei soggetti politici, ma prendersi il disturbo di andare a vedere dal vivo, la confezione di un programma emblematico di questo genere.
Credo che gli sarebbe molto utile per valutare la disparità assoluta nella par condicio, non solo come una fredda operazione di numeri, di minuti, di tabelline, ma come sostanza vera a cui si riferisce l’ “equal time” che ben conoscono gli americani e che non è altro se non il decalogo di un vero giornalismo imparziale, non schierato, né tanto meno prono al servizio del potente di turno, ma al solo servizio del pubblico e non solo ad una parte di esso.