Cgil, Cisl, Uil venerdì incontro con il governo su fisco, il 27 su pensioni

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Confronto sia di sostanza non di maniera. Cambiare il Paese dalla parte dei lavoratori. Gualtieri annuncia decreto a gennaio, legge delega ad aprile

Di Alessandro Cardulli

Fisco e pensioni. Banco di prova per il governo chiamato da Cgil, Cisl, Uil, ad aprire un confronto vero, non di “cortese maniere ma di sostanza”. In conferenza stampa, dopo la riunione delle tre segreterie, Maurizio Landini, Annamaria Furlan, Carmelo Barbagallo, i segretari generali delle tre Confederazioni, stringono i tempi del confronto che, fino ad oggi, è servito a mettere a punto le posizioni. Chiare e note quelle di Cgil, Cisl, Uil, al centro di manifestazioni, di incontri con i ministri del governo Conte bis, senza arrivare a concrete risposte. La manovra di Bilancio, difficile da comporre, date le diverse posizioni delle forze politiche che hanno dato vita alla alleanza  giallorossa, non ha certo giovato al confronto con i sindacati. Se si tiene presente che, per esempio, i Cinquestelle guidati da Giggino Di Maio, hanno considerato la nuova alleanza di governo, dopo il disastro del Conte uno, con la Lega di Salvini, un “contratto” dove ogni forza politica, M5S, Pd, Leu, e poi Italia Viva di Renzi Matteo che si è aggregata cammin facendo, poteva rivendicare ciò che più riteneva utile, più confacente al programma che aveva presentato gli elettori si capiscono le difficoltà di  dar vita ad un confronto con i sindacati i quali hanno puntato a “provare a cambiare davvero il paese dalla parte dei lavoratori” come è stato affermato in conferenza stampa da Cgil, Cisl, Uil. “Siamo contenti – ha detto Maurizio Landini – di andare alla trattativa, a Palazzo Chigi, ma non facciamo sconti a nessuno, anche perché non abbiamo nulla da scambiare”. Confronto e trattativa difficile portata avanti “al buio”, con la manovra di Bilancio ancora aperta. Un esempio: il confronto con il governo parte venerdì affrontando la  questione fiscale (all’ordine del giorno la riduzione del cuneo) per proseguire il 27 gennaio quando si affronterà il problema pensioni. Proprio a poche ora dall’apertura del tavolo il ministro dell’Economia Gualtieri auspica una legge delega sulla riforma fiscale “già ad aprile” e annuncia, intanto, un decreto entro gennaio. Puntualizza Gualtieri: “La prima tranche della riforma fiscale vogliamo farla partire subito. Abbiamo fatto una valutazione tecnica della possibile allocazione delle risorse non indifferenti per la riduzione del cuneo fiscale. Entro questo mese – prosegue – un decreto che consenta di ridurre le tasse fino a 14 milioni di lavoratori, specie di redditi medio bassi finora esclusi dagli 80 euro”. Un segnale positivo, annunciato dal ministro nel corso del seminario del Pd. Un annuncio che risponde alle attese di Cgil, Cisl, Uil. Proprio la questione fiscale, hanno affermato i segretari generali delle tre Confederazioni, rappresenta la cartina di tornasole insieme alle pensioni, per capire se da parte dell’esecutivo c’è davvero la volontà di ascoltare le richieste dei sindacati, i quali al momento restano guardinghi e sottolineano al tempo stesso come la mobilitazione messa in campo per tutto il 2018 abbia ottenuto un primo risultato proprio nel taglio del cuneo fiscale. Nel corso della conferenza stampa i tre segretari generali hanno sottolineato il valore dell’unitarietà delle loro proposte che sono state al centro di un grande dibattito che ha convolto i lavoratori, con tante assemblee nelle aziende, manifestazioni in tutto il Paese. Ribadisce Maurizio Landini: “Siamo contenti di andare alla trattativa con la volontà di trovare soluzioni che producano un vero cambiamento a partire dal lavoro. Se il governo vorrà affrontare i problemi insieme a noi, sappia che ha di fronte interlocutori pronti al dialogo e al confronto. Ma non può pensare – precisa il sindacalista – di discutere con noi e nel frattempo avere altri luoghi di confronto, perché anche il metodo deve essere chiaro.

Vogliamo che già nella busta paga di luglio aumentino salari e stipendi

È vero, si apre un anno difficile che può essere di vero cambiamento. Se l’esecutivo vuole cambiare, non può che  farlo con noi”. In questo scenario, però, “noi non siamo disponibili a fare sconti, anche perché non abbiamo più nulla da scambiare. Il punto centrale è ricostruire la fiducia in questo Paese e se non sarà così, siamo pronti a sostenerlo con una mobilitazione”. Per quanto riguarda fisco e pensioni, due temi alla base del confronto Landini sottolinea: “Vogliamo che aumentino i salari e gli stipendi netti già nelle buste paga da luglio”. Ma non solo. Il confronto sarà allargato all’intera materia fiscale e i sindacati chiedono benefici anche per i pensionati. “Siamo un Paese che sulle tasse non rispetta la Costituzione, i dipendenti ne pagano molte di più”, sottolinea il segretario della Uil Carmelo Barbagallo ricordando che le risorse per la redistribuzione si possono trovare da una seria lotta all’evasione, “se è vero che tra economia sommersa, usura e pizzo, balla una cifra di circa 200 miliardi ogni anno”. L’appuntamento sulle pensioni è stato convocato  dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo per il 27 gennaio. “In questi giorni – sottolinea la segretaria della Cisl Annamaria Furlan – vediamo sbizzarrirsi un sacco di esperti che parlano di numeri, di quota 100, 102 eccetera, non va bene. Il tavolo con il governo deve essere serio”. I sindacati anche in questo caso parlano con una voce sola sulla base della loro piattaforma unitaria. La richiesta è di riprendere alcuni provvedimenti in parte positivi, come fu l’Ape sociale che va resa strutturale; ma anche di sbloccare una serie di temi come lavori gravosi e usuranti, separazione tra assistenza e previdenza, pensione di garanzia per i giovani, contributi per le mamme lavoratrici. “Se banalizziamo tutto dando un po’ di numeri, vuol dire che ancora una volta non abbiamo capito le priorità”, precisa la sindacalista. Landini a proposito della riforma Fornero afferma: “Noi siamo per andare ad una revisione radicale della riforma Fornero che ha prodotto problemi seri. Un sistema puramente contributivo non esiste da nessuna parte ed è sotto gli occhi di tutti che con il mercato del lavoro che c’è, determina che uno lavori una vita e poi non abbia i soldi per campare quando va in pensione” e “c’è bisogno della pensione di garanzia, e ipotizzare che anche persone che hanno momenti di non lavoro debbano poter contare su un sistema solidale che copra quei periodi come se avessero lavorato, come serve uno strumento per garantire una pensione minima per tutti quanti” oltre al “problema della rivalutazione delle pensioni in essere”, ha concluso Landini.

Due grandi assenti dal confronto: investimenti e pubblico impiego

A margine, anzi, a monte di tutto ciò, manca un discorso complessivo sulla crescita. A ricordarlo è stato lo stesso Landini, confermando che durante la conferenza stampa in occasione dell’incontro di venerdì prossimo i sindacati chiederanno altre date di confronto sui due grandi assenti, ossia investimenti e pubblico impiego: “Vuol dire fare migliaia di assunzioni, non solo sbloccare il turn-over, a beneficio dei lavoratori e dei cittadini. Con un problema trasversale che sarà al centro delle nostre prossime battaglie, una vera e propria piaga: è il sistema degli appalti, che spesso ricomprende anche gli infortuni e le infiltrazioni della mafia: basta con gli appalti al massimo ribasso e con l’assenza delle clausola sociale. Anche su questo – ha concluso – vogliamo risposte precise per portare a casa dei risultati. Chiederemo al governo che le risorse che entrano dalla lotta all’evasione fiscale debbano andare a ridurre la tassazione sul lavoro dipendente e sui pensionati e aumentare ancora di più questa misura. Siamo contenti di andare a quella trattativa perché per la prima volta dopo tanto tempo si può ricominciare a discutere di far pagare meno tasse a quelli che hanno sempre pagato. Mi sembra una buona notizia, poi il problema è vedere come si fa. Bisogna portare a casa una riforma vera e strutturale che sia in grado di dare risposte. Abbiamo davanti un anno difficile ma che rappresenta anche una grande opportunità di cambiamento: noi siamo disponibili a dare il nostro contributo” al Governo “ma non faremo sconti”. “Quello che si apre con il Governo – ha sottolineato Landini – è un momento importante per portare a casa dei risultati”, a beneficio “non solo di tutti coloro che rappresentiamo ma dell’intero Paese”.

Il confronto con l’esecutivo sulla base di testi scritti e non di annunci

Barbagallo sottolinea che “il confronto con il governo si deve fare sulla base di testi scritti e non di annunci, che poi vengono disattesi”. “Serve una crescita del reddito complessivo per rilanciare il Paese. Siamo pronti a fare la nostra parte. Il punto di riferimento, per noi, resta la piattaforma unitaria”. Sul fronte fiscale, “nel nostro Paese non viene rispettato il principio costituzionale della progressività della tassazione: in Italia si paga il 15% per redditi fino a 60 mila euro da lavoro autonomo e il 23% per redditi da lavoro dipendente di livello decisamente inferiore. Ecco perché – ha detto – serve una svolta, a partire da una battaglia vera contro l’evasione fiscale, altrimenti mancheranno le risorse per la ripresa economica. Bisognerà approntare una vera e propria riforma fiscale per una riduzione strutturale della tassazione non solo a favore dei lavoratori dipendenti, ma anche dei pensionati sui quali, peraltro, il peso della tassazione è il doppio della media europea”. Per quel che riguarda, infine, il tavolo sulla previdenza, convocato per lunedì 27 gennaio, “è apprezzabile che sia stata accolta la nostra rivendicazione in merito all’avvio dei due tavoli per la separazione della previdenza dall’assistenza e per l’individuazione dei lavori gravosi. Dal punto di vista generale, poi, chiederemo che si torni ad una flessibilità che permetta di andare in pensione prima, senza penalizzazioni”. Furlan sottolinea che “abbiamo bisogno di offrire alla nostra rappresentanza e a tutto il Paese una discontinuità vera, che faccia ripartire la crescita” ed ha invitato l’esecutivo a evitare di presentarsi con misure a scatola chiusa: “Leggiamo annunci sulla stampa… Io credo che un confronto corretto debba avvenire su idee, ipotesi, proposte. Altrimenti è un’altra cosa”. “Bonus di 80 euro o detrazioni? Sono argomenti che vanno maneggiati con molta cura. Se si sbaglia, rischiamo che qualche lavoratore diventi incapiente o che invece vada oltre il tetto delle detrazioni: sono cose che vanno affrontate con conoscenza e oculatezza”. La  segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, conclude:. “A monte c’è un discorso di crescita: non ci possiamo arrendere al fatto di avere un Paese che va di anno in anno da uno 0,1 ad uno 0,2”, ricordando che con il governo  è aperto il confronto anche su investimenti, Mezzogiorno e pubblica amministrazione.

Da jobsnews


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