Di Gianluigi Salerno
Ha avuto ragione Mattia Santori quando dal palco ha detto che, riferendosi alla Lega, “quella è una piazza costruita”, mentre, riferendosi invece alla piazza delle Sardine, “qui ci sono persone vere. Lì c’è chi fa politica un giorno ogni cinque anni, qui sono sicuro che c’è gente che fa politica nella vita quotidiana”. Il senso di quanto è accaduto la sera di giovedì 23 gennaio (una data che molti ricorderanno da queste parti) è racchiuso in questa frase. Da una parte c’era un popolo, quello di Bibbiano e dell’Emilia, convocato dalle sardine, ferito dall’odio, dalle falsità, dalla strumentalizzazione, che partecipava a una festa, quasi di liberazione.
Dall’altra parte, c’era il clima d’odio, di rancore, di ottusa celebrazione del capo, tipico di chi non ha argomenti razionali e politicamente rilevanti, col solo scopo di assumere strumentalmente drammi familiari e sbatterli là, in un comizio elettorale. Da una parte c’era un popolo antifascista, democratico, che non rinuncia a gridare il valore del rispetto della dignità umana. E dall’altra c’era chi ha calpestato per due mesi e oltre la dignità di persone innocenti e perbene. Da una parte, in quella piazza di Bibbiano destinata alle sardine, c’erano persone in carne e ossa che a causa del gelo penetrante ti offrivano il tè caldo, o qualcosa da mangiare, un pezzo di torta, e ti sorridevano, come se la fraternità fosse la cosa più normale del mondo. Ma dall’altra parte, nella piazza della Lega, alla fraternità avevano preferito gli slogan truculenti, quel triste massaggio alla pancia che tanto piace al loro leader. Insomma, due piazze, due mondi, differenti, due valori, due idee di civiltà politica. E nella competizione, anche quantitativa ha vinto la piazza delle sardine, dove era assiepata la vera gente emiliana.
Ancora Mattia Santori ha colto bene la sfida politica dal palco di Bibbiano, riferendosi alla manifestazione della Lega quasi in contemporanea a pochi metri di distanza. “Vorrei che a Bibbiano si scendesse in piazza tutte le volte che serve, vorrei che ogni anno a Predappio ci fosse una festa antifascista con l’Anpi”. Nonostante l’eco mediatica concentrata sulla iniziativa della candidata leghista, le fotografie delle due piazze, divise dal Municipio, mostrano una partecipazione massiccia delle Sardine, che occupano Piazza Grassi in tutta la sua interezza. L’impatto visivo è oggettivamente minore nel caso di Piazza Repubblica, dove la Lega riesce a riempire metà dell’area scelta, qualche centinaio di persone arrabbiate, giunte coi torpedoni chissà da dove. La piazza Libero Grassi assegnata dalla Questura al movimento nato due mesi fa a Bologna, infatti, non era neppure sufficiente a contenere tutte le persone che hanno raggiunto il comune reggiano con sagome di sardine e cartelli “Bibbiano non si Lega” o “A Bibbiano si legano solo i salami”.
“Il senso di questa manifestazione – ha detto infine Mattia Santori – è rendersi conto di quanta discrepanza ci sia tra il reale e la mediaticità di un fenomeno e di un caso giudiziario”. “Loro” quelli della Lega, nella adiacente Piazza della Libertà “saranno nemmeno un migliaio e qui da noi ci sono almeno 3 o 4 mila persone. Questa è una comunità che ci ha chiesto aiuto, che ci ha chiesto di raccontare un’altra Bibbiano. Questa è la risposta delle persone”. Già, la risposta delle persone vere. Speriamo che si riverberi anche domenica nelle urne. Questa speranza in fondo era condivisa da tutti coloro che c’erano, in piazza Libero Grassi, a Bibbiano, in una gelida sera di fine gennaio.