ROMA – Il coreografo scaligero Massimiliano Volpini rivisita con fondamentali attualizzazioni l’eterno classico de “Lo schiaccianoci”: nel primo atto sostituisce, alla festante casa borghese, la strada di una simbolica periferia metropolitana, dove emarginati e ribelli vivono come topi in una comunità sotterranea, separata da un muro dal resto della società. Un principe, il Fuggitivo, e Clara la sua amata, tenteranno il salto oltre frontiera e si scontreranno con uomini oscuri a guardia del territorio fortificato nel quale si asserraglia una classe di privilegiati: la tradizionale battaglia dei topi si trasforma così in uno scontro sanguinoso. Grazie al coraggio di affrontare questa nuova dimensione, l’avventurosa coppia di amanti inizia un’altra vita, non come quella immaginata ma pur sempre sorretta dalla speranza.
Nel secondo atto con ambientazioni e personaggi della tradizione, Clara tornerà a osservare il muro come chi lo ha superato ma sa che, dall’altra parte, si perpetua una realtà di esseri umani irrisolti. Sulla scena un simbolico e moderno vaso di Pandora – nella mitologia leggendario contenitore di tutti i mali – pone il tema etico ed ecologico della conversione creativa delle scorie in elementi utili alla sopravvivenza: vetro, plastica, legno, carta e cartone sono essi stessi materiali dei costumi e delle scene che, insieme a eccezionali coreografie, arrivano allo spettatore come affresco caleidoscopico. Poetica allegoria sulla nostra attuale condizione, con l’invito a prendersi cura, con buona volontà, di ciò che vorremmo scartare come “rifiuto”, umano o materiale, per accoglierlo invece accettandone la trasformazione in imprescindibile fertilizzante del creato e farne, citando Danilo Dolci, “creatura di creature”.
Rilettura di un classico che stupirà anche chi conosce la versione originale, per la poetica attualizzazione della fiaba. Se suona superfluo parlare delle musiche del grande PëtrIl’ič Čajkovskij, necessario è sottolineare la bravura dei componenti del Balletto di Roma, il fascino delle scene e dei costumi di Erika Carretta, l’esaltazione come in un dipinto delle luci di Emanuele De Maria. Uno “Schiaccianoci” che al teatro Quirino di Roma si rivela introduzione natalizia da non mancare.
Fino al 22 dicembre 2019
Teatro Quirino di Roma
Luciano Carratoni
presenta
BALLETTO DI ROMA
Direzione Artistica Francesca Magnini
LO SCHIACCIANOCI
nuova ideazione, drammaturgia e coreografia Massimiliano Volpini
musica PëtrIl’ič Čajkovskij
scene e costumi Erika Carretta
maitre Anna Manes
light designer Emanuele De Maria
realizzazione scene ONE OFF Industreal – Milano
realizzazione costumi D’Inzillo Sweet Mode – Roma