Roma era il banco di prova più difficile per le sardine. Osare Piazza San Giovanni pareva persino una presunzione,ma la giornata di sabato ha consegnato a Roma il meritato titolo di “capitale delle sardine”. Per un giorno a tenere banco non sono state le sue buche,i suoi alberi che cadono,i suoi bus che prendono fuoco,la politica che litiga, ma quel bellissimo insieme di persone di tutte le età che silenziosamente si sono date appuntamento nella piazza più grande d’Italia e l’hanno riempita,per dire basta alla paura, all’odio, al narcisismo dei selfie, all’uso sconsiderato dei social da parte dei politici, all’arroganza del potere che deborda e denigra le istituzioni che dovrebbe rappresentare. C’erano generazioni diverse che si sono prese per mano unite da un unico obiettivo: difendere la Costituzione,usarla come faro per traghettare il paese oltre questa fase difficile di populismo e sovranismo che lo sta inquinando. Ieri in piazza c’erano gli angeli custodi dei valori fondanti della nostra Repubblica: bambini e bambine che erano in piazza con gli studenti, ma anche con i loro padri e le loro madri,i loro nonni e le loro nonne che non finiremo mai di ringraziare per le battaglie che hanno fatto nel passato e che continuano a fare con la stessa determinazione, anche se ogni tanto lo sconforto prende e verrebbe voglia di restare a casa e gettare la spugna.Ma non è il momento di demoralizzarsi e così ieri in tanti non hanno girato la testa e Roma, a volte cinica a volte troppo disincantata, ha regalato una grande emozione. Senza bandiere, senza simboli di partito, ma con la forza della fantasia che ha dato vita a slogan e a sardine divertenti, in migliaia si sono infilatitimorosi in quei tunnel della metropolitana e sono scesi alla fermata San Giovanni con la speranza che tanti avessero fatto la stessa cosa. E il miracolo è avvenuto. Piazza San Giovanni si è riempita e non importa se erano 35 mila persone come dice la polizia e sarebbero già tante, o centomila come dicono gli organizzatori;non importa se già dopo le prime file era difficile ascoltare gli interventi, perché ci vogliono tanti soldi per mettere altoparlanti potenti; non importa se non c’era il grande palco del concertone,perché servono ben altri mezzi per organizzare un evento come quello del primo maggio….ciò che conta è che chi sabato si è ritrovato a San Giovanni ha capito di non essere solo, ha realizzato che c’è un’ Italia non razzista, non cattiva, non egoista, non fascista che guarda avanti cercando le ragioni per essere anche ottimista. La manifestazione di ieri ci ha mostrato che ci sono tante ragioni per essere fiduciosi e dobbiamo ringraziare quei 4 giovani, tre ragazzi e una ragazza che hanno iniziato questo cammino una sera piovosa a Bologna. Sabato a Roma splendeva il sole ed è stata una gran bella giornata per le sardine!
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