L’indisponibilità dimostrata dalla Provincia Autonoma di Trento – socio fondatore e principale finanziatore strutturale del Centro per la Cooperazione Internazionale – a rinegoziare i radicali tagli sul triennio 2020-2022, con le conseguenti dimissioni del suo Presidente Mario Raffaelli, rischiano di compromettere il futuro di un’organizzazione che è in primo luogo patrimonio collettivo di questo territorio e non solo. Mettono inoltre a repentaglio il futuro professionale e personale di un significativo numero di lavoratrici e lavoratori del Centro, anni di lavoro qualificato, di costruzione di competenze professionali e di occasioni per affermare la specificità del Trentino nel mondo. E’ questo il grido d’allarme lanciato dai 40 dipendenti del centro in assemblea con Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige e UILTUCS.
Il CCI ha mostrato di saper contribuire allo sviluppo del territorio in cui è nato. Nel solo 2019 ha formato 5900 operatori e giovani; ha promosso eventi pubblici con oltre 4800 partecipanti; ha sostenuto il lavoro di 45 scuole, 2 musei provinciali, 361 insegnanti, 65 associazioni, 10 aziende, 5 dipartimenti dell’Università di Trento; si è affermato come punto di riferimento internazionale sull’Europa orientale e sulla ricerca inerente a tematiche quali, tra le molte, allargamento europeo, libertà dei media, partecipazione civica, cooperazione allo sviluppo; ha pubblicato oltre 2500 approfondimenti su tematiche relative al contesto internazionale e non da ultimo – anche grazie alla capacità di accedere a fondi esterni aggiuntivi rispetto al finanziamento provinciale – è stato in grado di creare nuove opportunità di lavoro consentendo a giovani professionisti trentini di tornare in provincia e trovare un luogo dove esprimere al meglio il proprio potenziale umano e professionale a beneficio della comunità di origine.
Tutto questo è stato possibile anche grazie al fatto che il CCI si è posizionato tra le realtà trentine in grado di attrarre risorse utili al territorio, con circa il 40% del suo bilancio 2019 costituito da fondi extra provinciali. Il radicale ridimensionamento annunciato, corrispondente ad un terzo del personale, ridurrebbe la capacità di partecipazione ai bandi dell’Unione europea e di altri finanziatori pubblici e privati proprio in un momento di massima esposizione nazionale ed internazionale del CCI, con il personale impegnato a portare i risultati del proprio lavoro in giro per il mondo ad eventi di grande prestigio, da Lucca a Roma, dalla Finlandia a Sarajevo e Bruxelles per citare solo i più recenti. Impedendo in questo modo al CCI di proseguire nell’opera di attrazione di risorse extra provinciali e di proiezione internazionale del territorio si provoca un danno all’economia del Trentino.
Con una drastica riduzione pari al 75% delle risorse del Centro in quattro anni, il Trentino si impoverisce di tutto questo e rischia anche un serio danno d’immagine e credibilità perché sono davvero tante le realtà locali, nazionali ed internazionali che usufruiscono dei servizi del CCI.
Il nostro appello è rivolto quindi innanzitutto ai soci del Centro – Provincia autonoma di Trento, Università di Trento, i Comuni di Trento e di Rovereto, Fondazione Campana dei Caduti – affinché si assumano un impegno concreto rispetto al futuro del CCI e delle sue lavoratrici e lavoratori. E poi alle altre istituzioni e associazioni del Trentino, affinché intervengano anche finanziariamente per affiancare un’istituzione che, anche nella drammaticità del momento, porta in sé una grande vitalità e con il suo lavoro quotidiano favorisce dinamiche di sviluppo, crescita culturale, innovazione, partecipazione democratica e coesione territoriale dentro e fuori i confini del Trentino.
Ci preme infine ringraziare di cuore tutti coloro che in questi giorni stanno esprimendo la loro solidarietà e vicinanza nella convinzione che sapremo tutti assieme far sentire la nostra voce.
L’assemblea dei lavoratori del Centro Cooperazione Internazionale – Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa