Pensando al futuro di Venezia e all’igiene

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In questi giorni, prove tecniche positive (?) su l’eterna incompiuta Mose. Restano sempre grossi dubbi sull’appalto che portò il commissario Magistro a dimettersi affermando: “non si può fare il commissario di una squadra che si vende le partite”. La logica conseguenza fu l’arresto di 35 maneggioni per fatture gonfiate. Ricordiamo solo una fattura da 61 milioni di euro, per pietrame proveniente dall’Istria (!).

Un dato che, equiparato ai prezzi del pietrame italiano, rappresenta quasi 5 milioni di metri cubi. Come dire una diga lunga cinquanta chilometri ed alta 10, con la quale si poteva far diventare Venezia l’Amsterdam del sud, un’opera che avrebbe un costo inferiore ad un solo anno di manutenzioni,  i 100 milioni che si aggiungono, annualmente e da subito, ai probabili 10 miliardi di euro che costerà il misterioso attrezzo con le paratie mobili, che nelle immagini tv funziona, ma a funzione alternata, una paratia sì ed una no.

In ogni caso, ammesso che il Mose funzioni veramente, bisogna prevedere una soluzione alternativa, in quanto è molto probabile che le paratie di acciaio dureranno solo un ventennio (o decennio?), a partire dalla data di improbabile funzionamento. Ciò anche perché il limite di soli due metri, di barriera contro l’acqua alta, potrebbe rivelarsi insufficiente, ciò in previsione: del peggioramento del clima, dell’innalzamento del livello dei mari e dell’abbassamento della città di Venezia. Per cui chiudere la laguna sarebbe la soluzione più seria ed economica.

Prevedendo solo alcuni varchi, con relative chiuse, per le navi. In ogni caso diviene improrogabile realizzare le fognature a Venezia, soluzione igienica da prevedersi subito, in quanto se il Mose funzionerà, bloccando l’acqua alta, non avverrà più il ricambio delle acque nei canali veneziani, che diventeranno ancor più illegali fogne a cielo aperto.

Il modello di Amsterdam è da seguire anche per l’igiene della città della laguna.

Purtroppo in Italia le soluzioni intelligenti ed economiche non hanno lo stesso successo che nel nord Europa, avendo i buoni progetti il difetto di costare poco. Mentre il Mose costerà il doppio del TAV e del Ponte sullo Stretto.

*Associazione Liberi Ingegneri


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