Latina, la città nerissima, additata come la più fascista d’Italia, concede la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre, da poco obbligata a vivere sotto scorta per gli indecenti attacchi on line che avevano oltremodo esposto la sua sicurezza personale. Il consiglio comunale ha votato all’unanimità per il conferimento della cittadinanza che riceverà insieme a Sami Modiano, deportato, sopravvissuto al campo di sterminio di Birkenau, dove è entrato a 13 anni. Il fatto che la delibera consiliare sia stata varata in prossimità del primo dicembre, ossia in concomitanza con il triste anniversario della nascita formale dei campi di concentramento è stata una forma di riscatto oltre che di riconoscimento degli errori e degli orrori della Storia. Latina non è un luogo come altri perché ancora continua a festeggiare le ricorrenze della nascita della città e le visite di Benito Mussolini, il quale, resta, pure lui, cittadino onorario in base ad una scelta fatta dalla città subito dopo la fondazione. In questo mix, a tratti incredibile, si concretizza il percorso verso un cambiamento difficile che potrebbe portare finalmente Latina fuori dalla sua definizione di città fascista e basta, posto che nel 2020 è, nei fatti, un circondario multiculturale e multietnico dove si muovono storie di straordinaria convivenza e integrazione accanto ad uno zoccolo duro che continua a promuovere gli ideali del fascismo, spesso in modo indisturbato. Eppure mentre il capoluogo cerca di trasformarsi in un centro urbano un po’ più simile ad altri centri europei, la cittadina confinante, Cisterna di Latina, dice platealmente “no” alla concessione della cittadinanza onoraria a Liliana Segre con parole fin troppo chiare del sindaco Mauro Carturan, eletto grazie ai voti e ai comizi della Lega. Il Partito Democratico aveva presentato la proposta di conferimento della cittadinanza alla senatrice ma è seguito un netto diniego di Carturan, il quale si è giustificato sostenendo, in sostanza, che sarebbe solo un modo per seguire l’onda del momento mentre Cisterna non ha bisogno di dimostrare il proprio spirito di libertà e ospitalità, tanto più che in questi giorni, come gli altri anni, stanno per partire due pullman di studenti “che vanno ad Auschwitz per conoscere la Storia”. “Non credo che dare una cittadinanza onoraria ad una senatrice nominata dal presidente della Repubblica sia più onorevole di ciò che è. Noi possiamo invitarla, ospitarla, ascoltare la sua storia, far capire. Non si risolve la questione con la cittadinanza onoraria che sa di qualcosa di sgradevole e di basso profilo”. Quindi la scelta simbolica di avere la senatrice Segre come cittadina onoraria è stata liquidata alla sezione “ospitalità”.