Sono 3 milioni e 100 mila le persone con disabilità che vivono in Italia. Il dato è contenuto nel rapporto “Conoscere la disabilità” redatto dall’Istat e presentato, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità del 3 dicembre, nel corso del convegno in corso a Roma all’Auditorium dell’Inail. Un appuntamento organizzato congiuntamente da Inail, Comitato italiano Paralimpico e Istat, che si svolge alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
Nel nostro paese dunque, scrive l’Istat, le persone che a causa di problemi di salute, soffrono di gravi limitazioni che impediscono loro di svolgere attività abituali sono il 5,2% della popolazione. Gli anziani sono i più colpiti, quasi un milione e mezzo di ultra75enni si trovano in una condizione di disabilità e 990mila di essi sono donne.
La geografia della disabilità vede al primo posto le Isole, con un’incidenza del 6,8%, contro il 4,8% (il valore più basso) del Nord. Le regioni nelle quali il fenomeno è più diffuso sono l’Umbria (8,7%) e la Sardegna (7,3% della popolazione). L’incidenza più bassa si registra in Veneto, Lombardia e Valle d’Aosta (4,4%).
La quota di persone che riferiscono di essere in cattive condizioni di salute è pari al 61%, contro lo 0,6% del resto della popolazione. Le persone anziane (sono 1 milione 400mila, in gran parte ultra75enni) non sono autonome nella cura della propria persona, nel fare bagno o doccia, nello sdraiarsi o alzarsi dal letto o da una sedia, nel vestirsi e spogliarsi, nel mangiare e nell’usare i servizi igienici. Quasi il 7% degli over 65 presenta gravi difficoltà in tre o più di tali attività (fra gli ultra 75enni sono il 12%). Circa 4 milioni di anziani sono incapaci di svolgere in autonomia altre attività strumentali alla vita quotidiana.
Il volume pone l’accento sulla particolare sensibilità che le politiche hanno dimostrato nel disegnare processi e percorsi diretti a favorire la piena inclusione sociale delle persone con disabilità. Tuttavia, scrive l’Istat, “emergono ancora significativi svantaggi delle persone con disabilità rispetto al resto della popolazione, a testimonianza del fatto che gli strumenti messi in campo non hanno ottenuto i risultati attesi, ma hanno solo attenuato le differenze”. Ad esempio, le politiche di welfare, attuate in larga parte attraverso trasferimenti monetari, hanno ridotto il rischio di povertà delle famiglie, ma non hanno risolto il problema della depirvazione materiale di cui soffrono le persone con disabilità”. “Le politiche di inclusione lavorativa sono state ispirate al principio della valorizzazione delle capacità degli individui con disabilità, tuttavia – specifica ancora l’Istat – i livelli occupazionali sono ancora molto al di sotto della media nazionale e spesso i lavoratori con disabilità vengono relegati a svolgere mansioni secondarie”