Tra le priorità esaminate da Lorusso l’imprescindibilità del sostegno pubblico al settore; l’opportunità di una riflessione complessiva su tutte le criticità del sistema dell’informazione; i temi delle posizioni dominanti dei cosiddetti ‘Over the top’ e dell’attuazione della direttiva europea su diritto d’autore, riconoscendo il principio che chi utilizza lavoro altrui lo deve pagare; il ruolo delle autorità di garanzia; i prepensionamenti annunciati; la tenuta dell’Inpgi, a tutela dell’indipendenza della categoria; il contrasto alla precarizzazione del lavoro giornalistico, con il superamento delle collaborazione co.co.co.
In particolare è in discussione un emendamento alla legge di stabilità che stanzierebbe dei fondi per nuovi pensionamenti anticipati che il segretario della Fnsi giudica «particolarmente preoccupante», dal momento che a fronte di due uscite vincolerebbe gli editori ad assumere un giornalista o anche un non giornalista, imponendo il limite di 35 anni di età ai nuovi assunti ed escludendo dall’obbligo le aziende intenzionate a prepensionare fino a cinque persone. «Con queste premesse, le ricadute sull’occupazione giornalistica di tale norma sarebbero pari a zero. Altro che ricambio generazionale. Il meccanismo dei prepensionamenti non può prevedere finanziamenti a chi è interessato a usarli ormai strutturalmente solo per abbattere il costo del lavoro senza garantire corretti inquadramenti contrattuali e retribuzioni dignitose», osserva Lorusso.
«Va dato atto al governo – aggiunge il segretario della Fnsi – che oggi siamo in una fase in cui c’è attenzione a questo settore. Ma è anche una fase in cui abbiamo bisogno di dare un messaggio di speranza a chi il lavoro lo sta perdendo, a chi non riesce a trovarlo, alla parte più debole della nostra professione. Bisogna rimettere al centro il lavoro per evitare che lo Stato si limiti ad un ruolo notarile che porterebbe a dare ragione a quella parte della popolazione, soprattutto giovanile, che considera lo ‘stato’ solo un participio passato».
Nella replica finale, il sottosegretario all’Editoria punta l’attenzione sul cambio di passo rispetto al precedente governo e sul pilastro costituzionale cui l’azione dell’esecutivo deve ispirarsi per garantire il pluralismo informativo e la qualità dell’informazione.
Martella rivendica l’inserimento in legge di bilancio del congelamento dei tagli al fondo per il pluralismo già disposti dal precedente esecutivo; di aver già impostato all’insegna del confronto quella che «con ambizione si può definire legge per un’editoria 5.0 in analogia con l’impatto che ha avuto Industria 4.0» e assicurato che «per fare questa legge è necessario il confronto con tutte le parti, così da garantire il raggiungimento di obiettivi condivisi».
Il sostegno pubblico al settore «dovrà essere consolidato», aggiunge il sottosegretario. «I contributi diretti dovranno rimanere, così come i contributi indiretti. E stiamo studiando forme di sostegno alla lettura, fin dalle scuole».
Martella evidenzia di condividere l’esigenza di contrastare la precarizzazione del lavoro giornalistico, «prevedendo che venga modificato il sistema delle co.co.co. e garantendo una buona ed equa remunerazione per i lavoratori autonomi», dice, anticipando che il 4 dicembre ripartirà la Commissione per l’equo compenso, «che mi auguro possa finire in tempi rapidi il proprio lavoro e definire regole chiare alle quali far riferimento».
Attenzione anche al settore delle agenzie di stampa, «stiamo studiando se ci sono le condizioni giuridiche per modificare l’attuale sistema dei bandi per l’acquisizione da parte della pubblica amministrazione dei servizi di informazione primaria», e all’attuazione di misure come la direttiva sul copyright e la web tax, per contrastare lo strapotere dei giganti del web.
Infine, la rassicurazione di «volerci mettere l’anima, ma anche le risorse» per affrontare la crisi dell’Inpgi, perché, rileva il sottosegretario, «sono convinto che l’autonomia e l’indipendenza della professione giornalistica si mantengano anche con la certezza della tutela previdenziale. Ho anche chiesto al presidente Conte di istituire un tavolo per trovare le soluzioni più adatte a superare questo momento difficile dell’istituto. In questo senso va visto l’emendamento alla legge di bilancio che dispone lo slittamento di un possibile commissariamento dell’ente a giugno 2020, proprio per avere il tempo di affrontare il tema con risorse adeguate a garantire ai giornalisti la solidità previdenziale. Ritengo che il sistema dell’informazione si sostenga anche sostendo l’Inpgi».
E, in ultimo, il tema dei prepensionamenti: «Misura ancora allo studio, che dovrà essere presentata con un emendamento del governo al Senato e dunque sulla quale si può ancora intervenire», conclude Martella.
In sala, insieme con i segretari generali aggiunti della Fnsi, Anna Del Freo e Mattia Motta, e il presidente dell’Alg, Paolo Perucchini, che ha introdotto e moderato i lavori, anche la presidente dell’Inpgi Marina Macelloni, il vice presidente della Casagit Gianfranco Giuliani, la vice presidente del Fondo pensione complementare Simona Fossati, numerosi giornalisti e giornaliste che al sottosegretario hanno rivolto domande, espresso perplessità, illustrato situazioni specifiche degli organismi della categoria e delle rispettive testate, spunti di riflessione per il confronto in atto.