Gli accertamenti dei carabinieri dell’ispettorato del lavoro e dei tecnici della locale Usl sono in corso: ma è possibile, alle soglie del 2020, morire schiacciati da una pressa per un banale “inciampo”? La risposta è sì.
Un infortunio mortale sul lavoro è avvenuto nel pomeriggio di sabato 21 dicembre 2019 alla Copap, Cooperativa di produttori aglio bianco di Monticelli (Piacenza). Giuseppina Marcinnò, 66 anni, a due giorni dalla pensione, è rimasta tragicamente schiacciata da una pressa durante la lavorazione delle cipolle.
Sono in corso gli accertamenti delle competenti autorità per capire la dinamica dei fatti, ma rimane la gravità dell’infortunio che ha colpito una lavoratrice vicina al pensionamento.
Ancora un episodio grave, a testimoniare che troppo poco si fa su prevenzione e formazione in materia di sicurezza. Nell’era della digitalizzazione, della robotica e dell’industria 4.0 è impossibile rassegnarsi al fatto che gli infortuni sul lavoro siano tragiche fatalità.
Il Presidente della Repubblica ha posto il tema innumerevoli volte: la sicurezza sul lavoro deve essre considerata la priorità, e non un costo da comprimere per guadagnare competitività. “Serve maggiore prevenzione, formazione, cultura della sicurezza da parte delle aziende e di tutte le istituzioni preposte ai controlli” hanno scritto in un comunicato inviato alla stampa Umberto Franciosi, segretario regionale Emilia-Romagna della Flai Cgil e Fiorenzo Molinari, segretario piacentino della Flai.
“Come sindacato ci battiamo da tempo su questo difficile versante, scontrandoci spesso con un muro di gomma di indifferenza e poca attenzione. Crediamo, invece, che a fronte di lavori spesso poveri, poco tutelati, come nel settore agricolo o negli appalti e sub appalti, il tema della salute e sicurezza debba rappresentare una priorità e un diritto irrinunciabile per ogni lavoratore: dopo una giornata di lavoro deve ritornare a casa dai propri familiari”.