Il Coordinamento nazionale comunità di accoglienza commenta i dati sulle tossicodipendenze. Preoccupa il ritardo dell’accesso ai servizi da parte dei consumatori problematici. De Facci: “In Italia solo un centinaio tra servizi a bassa soglia e unità di strada: del tutto insufficienti”
ROMA – “La Relazione al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia conferma un’esigenza ormai imprescindibile: servono servizi capaci di avvicinare e ascoltare le persone prima che l’uso di droghe si trasformi in una condizione di dipendenza grave e in situazioni di grave rischio”. Commenta così la Relazione al Parlamento il Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca) in nota diffusa oggi in cui torna a sottolineare l’esigenza di interventi di “prossimità”, di riduzione del danno e limitazione dei rischi. “Luoghi e operatori capaci di accogliere ragazzi, genitori, persone che hanno un problema con le droghe – spiega il Cnca – o, semplicemente, ne fanno un uso non consapevole”.
Secondo il Cnca, infatti, oggi passano mediamente tra gli 8 e i 10 anni prima che dal manifestarsi di un consumo problematico si arrivi ai servizi, mentre sono più di 40 mila le persone segnalate alle prefetture per consumo di droghe. “La Relazione appena presentata al Parlamento contiene diversi dati allarmanti – spiega Riccardo De Facci, presidente del Cnca -. Aumentano l’uso di eroina, i ricoveri in ospedale per eroina e cocaina, i decessi per droga (334 nel 2018). Nell’anno passato sono state inserite nelle tabelle degli stupefacenti 49 nuove sostanze e altrettante sono entrate e uscite rapidamente dal mercato. Si corrono più rischi e, a volte, non si sa nemmeno cosa si sta assumendo”.
Una situazione che, secondo De Facci, “richiede un forte sviluppo delle unità di strada e la creazione di centri territoriali che diventino punto di riferimento per giovani, famiglie, scuole, sapendoli accompagnare nelle loro richieste, domande, paure – aggiunge il presidente del Cnca -. Oggi le unità di strada e gli altri servizi ‘a bassa soglia’ sono circa un centinaio in Italia, del tutto insufficienti rispetto alla vastità del fenomeno droghe. E sarebbe necessario un piano nazionale di prevenzione nelle scuole, promosso dal ministero della Salute e dal ministero dell’Istruzione, per sensibilizzare i più giovani.”
I dati contenuti nella Relazione e e il tema dei servizi in Lombardia saranno al centro di un incontro organizzato dal Cnca a Milano, il 13 dicembre, a cui prenderanno parte politici e rappresentanti dei servizi pubblici e del terzo settore. Ultima tappa di un ciclo di incontri sui servizi di riduzione del danno che ha toccato Umbria, Sicilia, Basilicata, Veneto, Lazio e Marche. “Rogoredo ha rappresentato l’esempio virtuoso di un lavoro che ha visto insieme prefettura, amministrazione locale, forze dell’ordine e unità di strada – aggiunge De Facci -. Una piazza di spaccio che richiamava ogni giorno oltre 1000 persone, tra cui un centinaio di minorenni, vede oggi un afflusso di circa 200 persone. Le altre sono tornate a gravitare sulla propria città, a Cremona, Pavia, Brescia, Bergamo. Apprendiamo perciò con sconcerto che la Regione Lombardia potrebbe non finanziare, nei primi mesi del 2020, i servizi di riduzione del danno attivi in regione. È proprio in questo momento che tali interventi sono più necessari, per agganciare le persone nei loro territori. Chiediamo alla Regione di trovare una soluzione che permetta di non interrompere l’attività di questi servizi.”
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