E’ stata conferita questa mattina a Palazzo delle Aquile, nell’ambito della rassegna “La Parola alla Siria. Voci creative di donne in esilio” organizzata da UdiPalermo onlus per BAM, la cittadinanza onoraria di Palermo a Paolo Dall’Oglio, il prete gesuita rapito nel 2013 in Siria.
“Siamo qui per dire grazie a Paolo Dall’Oglio, per quello che ha fatto e per quello che speriamo potrà continuare a fare”, ha detto il sindaco Leoluca Orlando prima di leggere le motivazioni del riconoscimento ritirato dalla sorella del religioso e di sottolineare “il dialogo interreligioso promosso da Dall’Oglio in Siria e come il suo operato sia in piena sintonia con la scelta di Palermo di essere città dell’accoglienza”.
“Sono onorata di questo conferimento a mio fratello Paolo – ha detto Francesca Dall’Oglio – Penso che il suo impegno per il dialogo, per la pace, per la difesa dei diritti umani e in nome di una vocazione sempre aperta all’incontro, siano un aspetto molto bello da sottolineare e mi sento emozionata di ritirare io, come sorella, questa onorificenza”.
“Vorrei ringraziare chi ha promosso questa iniziativa – ha aggiunto l’assessore alle Culture Adham Darawsha –: le donne di Palermo e le donne dell’Udi che hanno voluto organizzare una settimana di incontri per parlare della situazione in Siria. Il fatto che la proposta di questa cittadinanza sia partita da loro è importante perché le donne sono le prime portatrici di pace. A loro va il mio più grande ringraziamento”.
A margine della cerimonia, Francesca Dall’Oglio ha detto ai giornalisti di “sentire come sorella maggiore che Paolo è ancora vivo. Non è solo un fatto emozionale – ha aggiunto – Io penso che le notizie uscite a fine febbraio scorso e che davano mio fratello vivo, abbiano un fondamento di verità ed anche lo stanziamento di cinque milioni di dollari per ritrovare Paolo Dall’Oglio fatto dal Dipartimento di Stato americano e rinnovato a metà novembre sui siti arabi, mi fa pensare che ci possa essere qualche elemento per arrivare a riabbracciare mio fratello o sapere la verità”.
Prima di scomparire nel nord della Siria in guerra, nel 2013, Dall’Oglio aveva vissuto per più di trent’anni in Siria dove ha fondato la comunità interreligiosa di San Mosè per il dialogo tra cristiani e musulmani.
La Motivazione della Cittadinanza onoraria. “Per l’attivismo ecumenico, per la promozione del dialogo interreligioso islamico-cristiano, per i tentativi di riconciliazione interna alla Siria e per la promozione di un modello sociale democratico inclusivo, fondato sul consenso di tutte le comunità e religiose e sociali. Per avere denunciato pubblicamente, anche sui social media, l’azione di repressione inumana e indiscriminata perpetrata contro la popolazione in Siria. Per l’impegno profuso al fine di sollecitare la comunità internazionale circa la necessità urgente di intervenire affinché fosse garantito il cessate il fuoco e la protezione del popolo siriano, evidenziando l’esigenza di custodire il diritto alla libertà di pensiero e di espressione della società civile, strumento essenziale al raggiungimento di fondamentali obiettivi utili alla riconciliazione nazionale.
Per l’appello rivolto a intraprendere improrogabili azioni diplomatiche in Siria, segnalando come la manipolazione della realtà e la negazione delle istanze democratiche, possono divenire pretesto per giustificare atti oppressivi e violenti. Per la battaglia intrapresa a difesa dei diritti umani e contro ogni violazione degli stessi, pagata a prezzo dell’espulsione dal Paese e del sequestro di persona”.