Muscat, sotto pressione alla luce degli sviluppi delle indagini sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia e delle manifestazioni di piazza che chiedono le sue dimissioni immediate, ha informato il presidente della sua decisione di lasciare l’incarico, ma solo dopo che sarà stato scelto il nuovo leader del partito.
A far precipitare la situazione, l’arresto il 20 novembre dell’imprenditore Yorgen Fenech, alla guida di una società segreta di base a Dubai, la 17 Black, alla quale sono risultati legati il capo di gabinetto di Muscat, Keith Schembri, e l’ex ministro Konrad Mizzi.
«Non sono perfetto, ho i miei difetti… vi assicuro che ho dato tutto in cambio della fiducia che mi avete accordato», ha affermato Muscat nel messaggio alla nazione. «Ho promesso giustizia nel caso Caruana Galizia e ho mantenuto la parola: ci sono tre persone incriminate per il suo omicidio e abbiamo anche il presunto mandante», ha aggiunto.
Nel pomeriggio migliaia di persone sono scese in piazza a La Valletta chiedendo le dimissioni immediate del primo ministro per garantire che giustizia sia fatta sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia. In corteo, guidato dai familiari della giornalista, manifestanti hanno esposto cartelli con la scritta ‘Giustizia’ e hanno scandito slogan, come ‘mafia’, ‘assassini’, ‘fuori adesso’, ‘Daphne vive’. Con un messaggio chiaro: quello di non identificare l’intero Paese con il suo attuale premier.
Commentando l’intervento in televisione di Muscat, il figlio di Daphne, Matthew Caruana Galizia ha annunciato: «Le persone torneranno di nuovo in strada domani».