Sul cannabis, la giurisprudenza sta mandando la logica in fumo. Prima sembra che si possano vender derivati di canapa, ma solo se hanno una funzione sedativa e calmante (nascono nuovi negozi). Poi, la Cassazione nelle Sezioni Unite penali decreta il divieto di vendita di olio e resine della cannabis (chiudono i nuovi negozi). Ora sempre gli stessi giudici depenalizzano la coltivazione domestica per uso personale di marijuana.
Nonostante l’andatura a zig-zag della normativa, questa depenalizzazione, pur se parziale, è da salutare con soddisfazione, perché assesta un duro colpo a una quota importante del commercio di droghe. La speranza è che la sentenza apra la via alla legalizzazione degli stupefacenti – anche con la somministrazione controllata di eroina – come avviene in molte nazioni. Che liberandosi dal moralismo inutile del proibizionismo, hanno ridotto di molto i costi sociali criminogeni della dipendenza, estinto un approvvigionamento primario di liquidità della criminalità organizzata e aumentato il recupero di consumatori cronici.
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