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Bavaglio a Paolo Berizzi, il pessimo messaggio del Secolo nella battaglia dei fasciosovranisti contro la libertà di stampa

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Il fotomontaggio è pessimo e il  messaggio che manda è orribile: Il Secolo d’Italia ha pubblicato un’immagine di Paolo Berizzi col bavaglio al posto della barba bianca e, sullo sfondo, un cartellone delle Brigate Rosse. Il giornale diretto da Francesco Storace ha voluto esprimere un concetto assai chiaro e ricorrente  nella destra profonda (e non): il giornalisti vanno  imbavagliati.

Il primo a reagire, tra ironia ed amarezza, è stato proprio il giornalista di Repubblica, autore di “Nazitalia”, il libro-inchiesta sui rigurgiti fascisti, che in un tweet ha scritto: “A Natale siamo tutti più buoni e quindi la stampa fasciosovranista mi ha fatto tipo Babbo, con un cerotto al posto della barba bianca… in effetti sono senza parole, buon Natale antifascista a tutti. Quasi tutti”.

Indicare Berizzi come bersaglio è, anche, un inquietante segnale per coloro che hanno minacciato fisicamente il giornalista, tanto che è sotto protezione per decisione degli organismi di sicurezza. Ogni giorno Paolo Berizzi tiene la rubrica “Pietre” su Repubblica nella quale racconta episodi razzisti e xenofobi che la cronaca offre quotidianamente. E’ questo che non va giù al Secolo e al suo direttore, noto più per le esperienze politiche che per il lavoro giornalistico. Storace è stato, tra l’altro presidente della Regione Lazio nella stagione della destra celodurista, forte, di governo di filiera, lo stesso che ha lasciato debiti e incompiute. Ma questo è solo un aspetto collaterale ormai. Adesso la battaglia è tutta ideologica: libertà di espressione, utilizzabile anche con i fascisti, contro bavagli. E si va avanti così da mesi. Stavolta, però, con il cerotto sulla bocca di Berizzi si è superato il segno. Molti i commenti indignati uniti allo stupore per un attacco così violento. Si appella al Ministero dell’Interno il Presidente della Federazione della Stampa Italiana, Giuseppe Giulietti, che richiama l’attenzione sulla scia “incredibilmente lunga” di attacchi fascisti ai giornalisti che fanno “uno straordinario lavoro d’inchiesta sul ritorno di movimenti di estrema destra che, lo ricordiamo, sono fuori dalla nostra Costituzione”.

“Chi viene dalla tradizione fascista usa sempre questi metodi intimidatori. – ha scritto Emanuele Fiano del Pd- L’idea è che chi non la pensa come loro, debba avere la bocca chiusa. Intollerabile”. Nota di solidarietà da parte dell’Anpi (associazione nazionale dei partigiani). “È un attacco ignobile a chi ha denunciato il pericolo connesso al risorgere di movimenti neo fascisti e neonazisti. Questi attacchi rientrano in quel clima di insopportabile intolleranza dovuto al ritorno di ideologie razziste, antisemite e xenofobe in Italia e in Europa”. Sulla vicenda è intervenuto anche Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, già autore di iniziative contro le minacce fasciste ai giornalisti: “Non si può giocare con cose molto serie, come il neofascismo che continua a dimostrare vivacità. Abbiamo chiesto più volte che, in accordo alla Costituzione, fossero sciolte le diverse associazioni di questo stampo che ci sono nel Paese. Sarebbe ora di farlo”. Il comitato di redazione di Repubblica nel comunicato di solidarietà al collega ha detto che questo tipo di intimidazioni non fermeranno il lavoro d’inchiesta di Paolo Berizzi né quello del giornale.


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