MONTANTE non manteneva rapporti patologici soltanto con gli appartenenti all’Arma dei Carabinieri. Anzi, se mai fosse possibile, il rapporto intrattenuto con i vertici provinciali nisseni della Guardia di Finanza, secondo l’impianto accusatorio, aveva subito un processo di distorsione anche maggiore, se si considera che di loro MONTANTE si sarebbe avvalso non solo a tutela dei propri interessi personali, in termini di esenzione dagli esiti delle verifiche fiscali, ma anche per colpire gli avversari, mediante verifiche fiscali mirate e talvolta pretestuose.
In particolare, gli interlocutori dell’imprenditore, nella tesi dell’accusa, erano il Maggiore Ettore ORFANELLO (nei confronti del quale si procede separatamente) e il Colonnello Gianfranco ARDIZZONE (odierno imputato), rispettivamente comandante del nucleo di Polizia Tributaria presso il comando provinciale e comandante provinciale.
Entrambi, peraltro, avrebbero ricavato dei vantaggi (assunzioni di propri familiari, trasferimenti, etc) dalla instaurazione di tale relazione con MONTANTE, nell’ambito di una declinazione corrispettiva del rapporto interpersonale.
Al fine di comprendere l’aspetto temporale della vicenda oggetto di esame, può essere utile rammentare gli incarichi ricoperti da ARDIZZONE nell’ultimo periodo della sua carriera, dovendosi pertanto segnalare che lo stesso “[…] ha ricoperto l’incarico di capocentro della D.I.A. di Reggio Calabria dal luglio 2011 al 29.5.2014, cui è seguito l’incarico di capocentro della D.I.A. di Caltanissetta dal 30.5.2014 al 14.6.2015. L’avvicendamento avviene con il colonnello della Guardia di Finanza Gaetano SCILLIA, il quale a sua volta lascia l’incarico di capocentro della DIA di Caltanissetta per ricoprire il medesimo ruolo nella DIA reggina […]” (C.N.R. n. 1092/2017 cit., p. 1332; cfr. anche annotazione della Guardia di Finanza di Caltanissetta del 30 luglio 2016, in atti).
Ettore ORFANELLO, per converso, ha comandato il nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Caltanissetta dal 1 agosto 2005 al 24 giugno 2012 (cfr. annotazione della Guardia di Finanza di Caltanissetta del 30 luglio 2016, ult. cit.).
Ciò posto, occorre muovere dalle dichiarazioni di VENTURI per una preliminare visione panoramica del tipo di rapporti instaurati dall’imprenditore di Serradifalco con i due ufficiali della Guardia di Finanza.
VENTURI, in particolare, sentito il 12 novembre 2015 (cfr. verbale di assunzione di informazioni), si soffermava:
a) sul rapporto di confidenza ed amicizia intercorsa tra MONTANTE e i vertici nazionali della Guardia di Finanza;
b) sulla “sistemazione” o sui miglioramenti della posizione lavorativa ottenuta dai familiari del Magg. ORFANELLO e del Col. ARDIZZONE presso imprese vicine a MONTANTE (in particolare, presso imprese riconducibili a Massimo ROMANO, coimputato nei riguardi del quale si procede separatamente);
c) sul vanto dello stesso MQNTANTE circa gli esiti favorevoli delle verifiche fiscali sul suo conto (“condono tombale”);
d) sulle tangenti percepite dal Magg. ORFANELLO per ammorbidire le verifiche fiscali;
e) sulle singolarità che avevano contraddistinto le indagini nei riguardi di due imprese operanti nel settore dell’arredo (la ARREDI POLIZZI s.r.l. e la FA.SI. s.r.l.), riconducibili a Gioacchino PQLIZZI, indagini verso le quali MONTANTE aveva manifestato un particolare interesse, e che, inspiegabilmente, si erano arenate.
Nell’ambito di tali singolarità, VENTURI segnalava la sottoposizione a verifica fiscale del consulente incaricato dal P.M. per rilevare, da un punto di vista tecnico-contabile, le ipotizzate fattispecie delittuose a carico del citato POLIZZI… Continua su mafie