Ancora una querela per Fabiana Pacella, collega salentina che dal 2014 segue e porta avanti l’inchiesta sulle elezioni di quell’anno in un piccolo credito cooperativo, la Bcc di Terra d’Otranto, nel leccese, per cui sono state rinviate a giudizio sei persone (un sindaco, due esponenti della Sacra Corona Unita e alcuni funzionari).
Stavolta, oltre alla querela temeraria, c’è il sequestro da parte dell’autorità giudiziaria, di un servizio realizzato dalla collega nel 2015 per la rubrica di Report sul Corriere.it dal titolo “Le Ombre della Mafia sul Credito Cooperativo di Otranto”.
La collega e il suo legale, avv. Giuseppe Fornari, sono venuti a conoscenza del sequestro in questi giorni, martedì mattina è fissata udienza presso l’ufficio del gip del Tribunale di Lecce, a seguito di opposizione del querelante alla richiesta di archiviazione formulata dal pm.
A querelare Pacella stavolta è Ennio Capozza, all’epoca dei fatti su cui hanno indagato i carabinieri del Ros di Lecce coordinati dalla Procura, visurista a contratto per Bcc.
Il nome di Capozza compare nelle immagini della video inchiesta di Pacella pubblicata su Corriere.it, insieme a quello degli altri indagati. Nessun accenno né nel testo a corredo né nella parte speakerata.
Il professionista ha sporto querela nel 2015. A dicembre 2018 il pm ha chiesto l’archiviazione per Pacella e il querelante ha presentato opposizione a gennaio 2019.
Lo stesso è stato poi rinviato a giudizio insieme ad altri sei ( a vario titolo accusati di estorsione aggravata da metodo mafioso, violenza privata, tentata concussione etc), a marzo 2019.
Lunedì 11 novembre, il dibattimento a carico dei sei, per il processo Bcc.
Martedì 12 novembre, l’udienza della collega Pacella.
Dal fascicolo risulta che, a seguito della querela sporta dal Capozza, l’autorità giudiziaria dispose il sequestro ai fini dell’indagine, del servizio della collega. Ad eseguirlo, i carabinieri del nucleo investigativo di Milano, presentatisi presso la redazione del Corriere della Sera- Redazione Corriere Tv il 29 luglio del 2015.
Ricordiamo che la collega Pacella è stata più volte querelata per la stessa inchiesta. Altre due querele sono state sporte dal presidente di Bcc, insediatosi nel 2016 (dopo l’esplosione dell’inchiesta), e in carica fino alla scorsa primavera, Flavio Ciurlia.
Una delle due posizioni è stata archiviata, e Pacella non ha sporto querela per calunnia.
Un’altra invece ha prodotto imputazione coatta e un processo in corso a Milano e Roma, per due articoli pubblicati rispettivamente su Formiche.net e Sole24ore.
Intanto, l’inchiesta seguita da Pacella ha prodotto i sei rinvii a giudizio eccellenti, a conferma di quanto preannunciato nei primi servizi giornalistici del 2014 e 2015, ovvero la possibilità di un intreccio pericoloso tra mafia, imprenditoria, finanza, nel tentativo di utilizzare un istituto minore come lavatrice della Sacra Corona Unita.
Non solo, l’indagine in corso e il clamore dell’inchiesta giornalistica di Pacella, l’unica ad aver svelato dettagli inediti della delicata vicenda, ha portato alla richiesta di commissariamento per infiltrazioni mafiose del comune di Carmiano (Le), dove ha sede una delle filiali più importanti del Credito Cooperativo di Terra d’Otranto, e il cui sindaco è tra i sei rinviati a giudizio.
Dettaglio questo, che rende ancora più a rischio ed esposta, la figura della collega.