La presa di posizione di padre Alex Zanotelli sull’ex ministro dell’interno Matteo Salvini, in coerenza cn la sua straordinaria storia, gli è costata un’ondata di odio e di minacce via web. Una valanga di insulti scatenata, per la terza volta, dal “Felpa”, come brillantemente lo ha soprannominato il caro amico Beppe Giulietti.
La ‘colpa’ di padre Alex? Aver chiesto ai Cinquestelle, che dicono “non torneranno più con lui”, di votare in blocco per farlo processare.
Il missionario comboniano che per oltre metà della sua vita ha vissuto in Africa, dedicando la sua esistenza agli ultimi della terra, ha ribadito la sua posizione affermando che la disumanità dell’ex ministro non potesse restare impunità. “La cosa grave è che Salvini non sente il dolore per gli altri, in particolare per chi soffre” aveva sottolineato all’Adnkronos Zanotelli interpellato per commentare la notizia della nuova inchiesta dei pm di Agrigento su Salvini, indagato per sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio sul caso della Open Armes.
Padre Alex aveva definito grave che Salvini si vantasse di essere indagato nella nuova inchiesta, definendola una medaglia.
“Vuole dire che siamo alla disumanizzazione totale. È un uomo al quale non interessa nulla di chi soffre, non ha alcun senso morale. Come potrebbe guidare il Paese?” il suo ragionamento da cui scaturisce l’augurio che stavolta il M5stelle, non più al governo con la Lega, voti “secondo coscienza” per far processare l’ex ministro.
La reazione del leader della Lega non si è fatta attendere e ha criticato il sacerdote attraverso un post su Facebook, scatenando una gogna social nei suoi confronti. Centinaia di sostenitori leghisti hanno iniziato a offendere con commenti del tipo “cialtrone, “ti sei fumato tutta la Giamaica”, “usi droga scadente”, “ai tempi dei Medici saresti un mucchietto di cenere”: “non sei un vero cristiano” e tutta una serie di insulti irripetibili di una violenza verbale intollerabile.
Il modus operandi per attaccare il missionario è sempre lo stesso. Un post sul profilo ufficiale di Salvini, un commento provocatore che istighi la massa, e giù la pioggia di offese in salsa verde.
Il tutto solo per aver sostenuto che l’azione persecutoria di Salvini, disumana e illegittima, esercitata su centinaia di naufraghi lasciati al largo dei porti italiani per giorni in condizioni estreme, andasse perseguita. Posizione che Articolo 21 sostiene da sempre e che oggi ribadisce con forza rinnovando con la stessa intensità la totale solidarietà a padre Alex.