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Remo Bodei e l’Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche

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La mia amicizia con Remo risale alla metà degli anni ottanta, un’amicizia profonda resa più affettuosa e intensa dallo scoramento degli ultimi mesi.

Erano gli anni in cui prendeva corpo e anima l’Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche, un’opera di cui Bodei è stato promotore e protagonista insieme a Gadamer, Ricoeur, Popper, Prigogine, Derrida e Garin e al mai abbastanza compianto Gerardo Marotta, fondatore dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici creato con l’intento di formare una nuova classe dirigente nel Mezzogiorno che ponesse rimedio alla miope politica meridionalistica del dopoguerra, di stampo salveminiano, tanto criticata da Gramsci.

Molti parleranno autorevolmente e giustamente del Bodei autore di capolavori come Scomposizioni (1987) e Geometria delle passioni” (1991), ma per evitare che venga trascurata la sua opera, per così dire, “non cartacea”, di divulgatore che mette i nuovi media al servizio della fame di senso dei giovani e della diffusione di una coscienza critica, è doveroso ricordare la sua straordinaria capacità di chiarificare, senza banalizzarlo, il pensiero filosofico: un esempio di vocazione civile e di una convinta militanza politica ispirata ai princìpi della Costituzione.

Basti pensare che nell’archivio della Enciclopedia Multimediale della Filosofia sono archiviate 17 interviste-lezioni, di un’ora ciascuna, dedicate al suo pensiero e a quello dei classici: da Eraclito a Bloch, da Agostino a Hegel, da Spinoza a Kant, mentre nelle Teche Rai sono raccolti i suoi numerosi confronti televisivi, condotti nelle scuole di tutt’Italia, con gli studenti delle superiori sulle questioni ultime del nostro tempo: l’idea di progresso, le passioni perdute, il senso della storia, l’importanza della filosofia, ecc. (Campus- filosofia e attualità,1991-93; Il grillo, 1997-2002).

Bodei è stato, inoltre, il direttore scientifico de Le rotte della filosofia, un Cd rom interattivo del 1996 – il primo prodotto dalla Rai – che poneva i ragazzi di fronte a impegnative questioni di etica, politica, logica e scienza nella convinzione che la rivoluzione multimediale avrebbe consentito di costruire nuovi “ponti ermeneutici” tra alta cultura e mass media, rifuggendo dalle semplificazioni e da quelle passerelle d’opinione che sono, per loro natura, i talk show.

Le opere a stampa di Bodei rimarranno, a lungo, a testimoniare l’originalità del suo pensiero, ma la straordinaria opera di alta divulgazione condensata in file digitali che ci restituiscono non solo i suoi pensieri ma anche i gesti, lo sguardo e il modo di esprimersi, rischia seriamente di disperdersi in mille frammenti sui social network e nei palinsesti notturni dei programmi culturali della Rai, o di finire nel dimenticatoio di archivi polverosi.

C’è da augurarsi, quindi, che il servizio pubblico si impegni a valorizzare questo lascito prezioso pubblicandolo, in modo organico e sistematico, su RaiPlay: sarebbe il modo migliore di onorare il pensiero e la memoria di un filosofo che ha saputo interrogarsi sul nostro tempo aiutandoci a comprenderlo.

Remo Bodei ha preso parte, come membro della giuria, a tutti i concorsi promossi da Articolo 21 per rafforzare nei giovani la capacità di giudizio e la consapevolezza che la libertà di informazione e il diritto alla conoscenza sono valori non negoziabili. Ne diamo testimonianza con la registrazione di un incontro tenuto da Bodei nel liceo Lucrezio Caro di Roma. Argomento: la paura della libertà.

Addio, Remo.


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