Tra i soggetti verso i quali si era appuntata l’attenzione delle interrogazioni illecite allo S.D.I. si annoverano, come visto, Gaetano ARMAO e Giulio CUSUMANO, i cui casi possono essere trattati congiuntamente in quanto collegati ad una medesima vicenda.
Entrambi infatti – il primo nella qualità di assessore all’Economia del Governo regionale presieduto da Raffaele LOMBARDO e il secondo quale vice presidente dell’Azienda Siciliana Trasporti (AST) s.p.a. – si erano opposti al progetto, sostenuto da ambienti confindustriali, di varare la fusione tra l’Azienda predetta e una sua partecipata, Jonica Trasporti, nella quale la M.S.A. s.p.a. di MONTANTE deteneva il 49% del capitale sociale.
Tale operazione, in particolare, secondo quanto ritenuto da CUSUMANO, si sarebbe risolta in una ingiustificabile locupletazione a vantaggio della Jonica Trasporti, in quanto “il socio privato [la Jonica Trasporti, ndr] alla fine dell’operazione sarebbe divenuto proprietario di una piccolissima percentuale delle quote dell’AST s.p.a. e ciò avrebbe comportato comunque che lo stesso socio privato, pur entrando con una quota infinitesimale in AST, avrebbe avuto, in caso di privatizzazione della quale già si cominciava a parlare in quel periodo, il diritto di prelazione per acquisire AST s.p.a. E di certo l’AST s.p.a. godeva e gode tuttora di un patrimonio immobiliare estremamente consistente, che in caso si fosse concretizzata la fusione e nel caso di successiva privatizzazione, sarebbe finito nelle mani del socio privato” (verbale di sommarie informazioni testimoniali dell’11 febbraio 2017).
ARMAO, oltre a condividere la posizione avversativa a tale operazione, di cui avrebbe beneficiato soltanto il socio privato, aveva altresì deciso di procedere alla dismissione del patrimonio immobiliare dell’AST, al fine di reinvestire i proventi nella medesima azienda, in ciò incontrando la (sterile) opposizione del presidente della società, Dott. LO BOSCO.
Si tratta di una vicenda nella quale si scolpisce il conflitto tra interesse privato alla fagocitazione dell’immenso patrimonio immobiliare dell’azienda dei trasporti e quello pubblico alla migliore gestione dell’azienda medesima.
Il tutto, secondo le dichiarazioni di ARMAO e CUSUMANO, si svolgeva sotto il cono d’ombra di Confindustria Sicilia che, alleata con l’allora presidente della Regione, Raffaele LOMBARDO, aveva ritenuto di perorare l’ennesimo atto predatorio in danno della cosa pubblica… Continua su mafie