“Un evento che ha segnato un periodo storico, ricostruito da un maestro del cinema, che vuol essere anche un monito per il presente e per il futuro“
“L’Ufficiale è la spia” è un film del 2019, diretto da Roman Polanski, tratto dall’omonimo romanzo del 2013 di Robert Harris, con il quale Polanski ne ha condiviso la sceneggiatura.
Racconta la vera storia di Alfred Dreyfus, Capitano dello Stato Maggiore dell’esercito francese, condannato da un tribunale militare con l’accusa, rivelatasi poi falsa, di alto tradimento a favore di una potenza straniera: la Germania. Al centro della narrazione, gli sforzi del tenente colonnello Georges Picquart contro l’establishment militare dell’epoca per far cadere l’accusa contro Dreyfus. La vera colpa del giovane capitano Alsaziano? Le sue origini ebraiche!
Accanto a Jean Dujardin – in una delle sue prove più convincenti nei panni di Picquart – troviamo, Louis Garrel, nei panni di Dreyfus. A completare il cast: Emanuelle Seigner, Mathieu Amalric, Melvil Poupaud, Vincent Perez, Denis Podalydes e Grégory Gadebois.
Il contesto in cui si svolgono i fatti è quello della Terza Repubblica francese, sul finire del XIX secolo, in cui il clima politico era avvelenato dalla perdita dell’Alsazia e di parte della Lorena a seguito della guerra franco-prussiana nonché da una pervasiva, diffusa, ondata di antisemitismo.
Un gran bel film, fedele ai fatti di cronaca. Ma, soprattutto, un Polanski in gran spolvero che ci porta, e ci fa vivere, in una Parigi cupa, nebulosa, con l’odio antisemita a far da collante ad una popolazione smarrita, rinchiusa nel proprio nazionalismo. Un clima questo in cui anche lo scrittore Émile Zola, di origini italiane, farà le spese a seguito della pubblicazione, il 13 gennaio 1898, del suo editoriale, dal titolo “J’accuse“, passato poi alla storia, a sostegno dell’innocenza di Dreyfus sul giornale d’ispirazione socialista “L’Aurore”. Un appello in forma di lettera aperta rivolta al Presidente della Repubblica francese Félix Faure contro i nemici della verità e della giustizia.
Ma il film, a nostro avviso, non vuol essere semplicemente una rievocazione di eventi, tra l’altro, ben noti ai più, che hanno segnato la storia della Francia in un’epoca difficile, a cavallo di due conflitti: la Guerra con la Prussia da un lato e la prima guerra mondiale dall’altra, di per sé dall’indubbio valore storiografico, piuttosto, sembra voler superare, e ci riesce, gli angusti confini della storia, proiettando i fatti occorsi più di un secolo fa ai giorni nostri, con un esplicito invito alla riflessione sul nostro cupo e travagliato presente. Una riflessione questa sulle possibilità concrete che anche nella nostra società la verità possa essere facile preda (forse oggi più di ieri!) della menzogna.
Il film, presentato in anteprima alla 76^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Gran premio della Giuria, distribuito da 01 Distribution, sarà nelle sale italiane a partire dal 21 novembre.
Da segnalare, infine, la felice partecipazione alla produzione del film, insieme a Legende e R.P. Production, di Eliseo Cinema e Rai Cinema.