Il 1 novembre 2019, a Livorno, il giornalista Luca Lunedì, è stato aggredito e minacciato all’interno del capannone dell’ex fabbrica TRW, dove si era recato per documentare, per la tv toscana Rtv38, i preparativi di un rave party che avrebbe avuto inizio poche ore dopo e si sarebbe protratto per altri due giorni.
In quella stessa zona, la mattina del 3 novembre, è stato trovato il cadavere di una ragazza, probabilmente deceduta per una overdose di stupefacenti.
La TRW fabbricava sterzi per automobili. Dava lavoro a 413 operai. Fu chiusa nel 2014. Da allora i suoi capannoni sono diventato uno dei luoghi italiani che ha ospitato più incontri musicali non autorizzati dello stesso genere.
L’AGGRESSIONE – Il giornalista ha raccontato a Ossigeno di essere arrivato sul posto il primo novembre, intorno alle ore 16. Prima di entrare nell’ex fabbrica capannone si è presentato agli agenti della Digos che sorvegliavano l’ingresso. Quindi è entrato nel primo capannone, dove alcuni musicisti si stavano esercitando. Si è avvicinato a due ragazzi e ha manifestato le sue intenzioni. “Non volevo fare niente di nascosto, essere riconoscibile ed evitare problemi. Perciò ho tenuto la telecamera ben in vista, spenta”. I due giovani non hanno fatto obiezioni. Poi però lo hanno rincorso e aggredito. Prima lo hanno insultato con espressioni di questo tipo: Sciacallo, fai un lavoro di merda, qui non devi venirci “. Poi hanno cominciato a spintonarlo, tenendolo per lo zaino e hanno cercando di impossessarsi della sua telecamera. L’hanno lasciato andare solo quando ha detto che aveva avvertito la pattuglia della Digos che si trovava all’ingresso. Quindi è andato via, rinunciando a fare le riprese, “per evitare problemi di ordine pubblico”, ha detto a Ossigeno. L’Odg della Toscana gli ha espresso solidarietà.
COA