Legalità. Giovanni Impastato: “voglio screditare 40 anni di impegno antimafia”

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“Siamo stati fortunati perche’ un passante ha visto le fiamme e il fumo e ha avvisato subito i vigili del fuoco, che sono intervenuti salvando il salvabile. Poteva essere una cosa di vaste dimensioni e invece no, i danni sono contenuti. C’e’ un brutto clima che si e’ venuto a creare nei nostri confronti nell’ultimo mese. Vogliono screditare quarant’anni di lavoro e di impegno”. Cosi’ Giovanni Impastato, il fratello di Peppino, attivista antimafia assassinato nel 1978, intervenendo su Rai Radio2, nel corso del format “I Lunatici”, in merito all’incendio appiccato alla sua pizzeria di Cinisi, nel palermitano. “Noi chiediamo soltanto di potere lavorare – prosegue -. Ho sette dipendenti, devo garantirli, aspettano di lavorare. Non e’ la prima volta che abbiamo a che fare con incendi dolosi. Siamo scomodi, la figura di Peppino e’ scomoda, il suo pensiero e’ scomodo. Viviamo un clima particolare, certe cose non succedono solo a Cinisi. C’e’ un clima di odio, violenza e paura che si sta instaurando nel nostro Paese. Noi non siamo eroi, siamo gente che lavora, si impegna, porta avanti un’attivita’ anche culturale, antimafia, di studio e ricerca”. Poi, ricordando il fratello, aggiunge: “Il suo pensiero e’ attualissimo. Le battaglie ecologiche, le lotte antimafia, il suo impegno culturale. Sembra tutto figlio dei giorni nostri. Il pensiero di Peppino e’ un pensiero innovatore. Le sue battaglie sono ancora oggi attualissime”.


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