«In una democrazia e in un Paese civile –affermano la Federazione nazionale della Stampa italiana e il Sindacato unitario giornalisti della Campania – ci vuole rispetto delle parti e dei ruoli. I giornalisti sono invitati alle conferenze stampa non per reggere i microfoni al politico di turno, ma per fare domande alle quali, però, puntualmente l’ex ministro non risponde. Del resto, da chi chiede pieni poteri non ci si può aspettare un atteggiamento diverso». Insomma se esiste e per fortuna in Italia il reato di “Apologia di fascismo”, il leader del Carroccio ha inventato e continua a portare avanti “L’apologia del bavaglio”. Quella che autorizza tutti ad insultare un giornalista, semmai a strattonarlo, picchiarlo. Una patente di impunità! Mentre Barack Obama, in un memorabile discorso durante una visita del Ghana nel 2009, affermava che “una stampa indipendente. Un settore privato vivace. Una società civile. Queste sono le cose che danno vita alla democrazia”, in Italia si fa a gara a trasformare i giornalisti in bersagli mobili. E tutti, ma proprio tutti siamo coinvolti. Perché un giorno i cittadini potrebbero rimanere da soli, “quando non c’era rimasto nessuno a protestare»
Insulti ai giornalisti durante la manifestazione della Lega a Napoli. E Salvini non risponde alle domande scomode
«In una democrazia e in un Paese civile –affermano la Federazione nazionale della Stampa italiana e il Sindacato unitario giornalisti della Campania – ci vuole rispetto delle parti e dei ruoli. I giornalisti sono invitati alle conferenze stampa non per reggere i microfoni al politico di turno, ma per fare domande alle quali, però, puntualmente l’ex ministro non risponde. Del resto, da chi chiede pieni poteri non ci si può aspettare un atteggiamento diverso». Insomma se esiste e per fortuna in Italia il reato di “Apologia di fascismo”, il leader del Carroccio ha inventato e continua a portare avanti “L’apologia del bavaglio”. Quella che autorizza tutti ad insultare un giornalista, semmai a strattonarlo, picchiarlo. Una patente di impunità! Mentre Barack Obama, in un memorabile discorso durante una visita del Ghana nel 2009, affermava che “una stampa indipendente. Un settore privato vivace. Una società civile. Queste sono le cose che danno vita alla democrazia”, in Italia si fa a gara a trasformare i giornalisti in bersagli mobili. E tutti, ma proprio tutti siamo coinvolti. Perché un giorno i cittadini potrebbero rimanere da soli, “quando non c’era rimasto nessuno a protestare»