Agli operatori dell’informazione.
Il mestiere del giornalista è nobile e difficile. Studiare tutte le sfaccettature di una notizia, analizzarle per proporre ai fruitori finali un articolo scevro da considerazioni personali non deve essere fatica da poco.
In questi giorni, il futuro della siderurgia italiana è al centro dell’attenzione nazionale.
Leggiamo ed ascoltiamo continuamente dati su P.I.L. e occupazione, due temi, secondo noi, marginali rispetto a quello centrale: la salute dei cittadini e la salubrità dell’ambiente.
Vogliamo ricordare, qualora ce ne fosse bisogno, che in tutti gli articoli della Costituzione italiana solo una volta viene nominato l’aggettivo “fondamentale”; si ritrova nell’articolo 32, quello che definisce la salute “diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività”. In seguito, i giuristi, nello stesso articolo, hanno voluto inserire la salubrità dell’ambiente in relazione alla salute dell’individuo. Quindi, è dovere dello Stato tutelare la salute e la salubrità ambientale.
L’articolo 41 della Carta costituzionale dichiara, sì, che l’iniziativa economica privata è libera, ma che questa non possa svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
E’ su questo, riteniamo, che gli operatori dell’informazione dovrebbero concentrarsi come primo punto, non dimenticando che tutti i cittadini hanno pari dignità e sono uguali di fronte alla legge.
La Costituzione, è quasi inutile ricordarlo, è frutto del sacrificio di 100.000 giovani italiani morti durante la Resistenza. Anche per questa ragione si deve il massimo rispetto agli articoli scritti con il sangue di nostri connazionali.
Vorremmo, quindi, chiedervi di focalizzare l’attenzione sui diritti dei cittadini, tralasciando le direttive imposte dal potere economico, così da spiegare che anche i lavoratori (tutti i lavoratori) devono essere messi in condizione di operare con dignità, in salute, in sicurezza e in un ambiente salubre.
Vorremmo che parlaste delle insopportabili percentuali di malattie e morte che colpiscono i tarantini, soprattutto i bambini, che sono i più indifesi.
Ringraziamo sin da ora chi tra voi vorrà raccogliere il nostro appello perché non si può sentire che “è meglio morire forse di tumore che sicuramente di fame”. Frasi del genere ci fanno pensare allo schiavismo e quei 100.000 giovani morti per fare di questa nazione una Repubblica democratica forse non hanno inteso sacrificarsi affinché nel Bel Paese ci fossero ancora schiavi.
Associazione Genitori tarantini – Ets