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Il papà di Julian Assange a Roma, il 12 novembre alle 15 incontro con Art. 21. L’appello: “Mio figlio può morire”

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John Shipton, papà di Julian Assange sarà ospite della Federazione nazionale della Stampa italiana martedì pomeriggio (alle 15) per rilanciare l’appello che più volte ha ripetuto in questi giorni in varie città europee. “Mio figlio potrebbe morire – ha detto Shipton in una intervista rilasciata da Ginevra a France24 – è molto magro e depresso. Morirà in prigione dopo nove anni di ‘persecuzione’ per aver osato rivelare crimini di guerra negli Stati Uniti”. L’incontro del 12 novembre è organizzato da Articolo 21 e con John Shipton saranno presenti la giornalista de L’Espresso Stefania Maurizi, che da tempo segue da vicino il caso Assange, nonché la portavoce di Articolo 21, Elisa Marincola, e il Presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti.
Assange, come si sa, è accusato di spionaggio da Washington e minacciato di estradizione negli Stati Uniti, rischia 175 anni di reclusione negli Usa perché gli viene contestato di aver messo in pericolo alcune fonti quando nel 2010 furono pubblicati 250mila cablogrammi diplomatici e circa 500mila documenti riservati sulle attività dell’esercito americano in Iraq e in Afghanistan. Dal 25 febbraio prossimo si deciderà in 5 udienze  il verdetto di primo grado sulla contestata richiesta di estradizione dalla Gran Bretagna agli Usa.

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