BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Eretica edizioni. “Le parole ribelli”, la poesia civile di Susi Ciolella

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Non è un caso che la raccolta poetica di Susi Ciolella “Le parole ribelli” si apra con un’epigrafe di Emily Dickinson “Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi /non avrò vissuto invano” , l’intera silloge della Ciolella ha infatti il respiro dell’impegno civile, essenzializza il dolore del nostro tempo affidandosi alla catarsi delle parole e al loro processo educativo.

Protagonisti sono gli invisibili della terra, le loro lacrime affiorano in “Mare nostrum”, capitolo in cui “IO SONO SAMIA “ consacra Samia Yusuf, la ragazza Somala che ha partecipato alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 e nel 2012 è morta lungo le coste di Malta su un barcone carico di clandestini.  Ma anche in “Viaggio metropolitano” le città del mondo condividono una sofferenza globale: quella delle sorelle ROM bruciate in camper nel quartiere di Roma Centocelle, o lo sgombero del 15 luglio 2019 a Roma Primavalle, o i ragazzini uccisi dalla polizia mentre dormivano sul marciapiede a Rio de Janeiro. Susi Ciolella affronta in versi gli aspetti del “Caporalato”, quelli della “Mattanza” dove tra gli altri rende omaggio a Stefano Cucchi, un capitolo è dedicato a “Donne e apocalisse”, uno ai mille volti di Gaza, uno alle zone colpite dal terremoto.

Insegnante, per oltre dieci anni Susi Ciolella è stata sindacalista dell’Unione Sindacale di Base, giornalista, collabora con diverse testate. Ha partecipato alla redazione del docufilm Suicidio Italia di Filippo Soldi (Premio Globo D’Oro 2013 come Miglior Documentario). Vincitrice nel 2016 del premio di Poesia “Poetamare”. Con la nuova silloge “Le Parole Ribelli”, la Ciolella ci conduce all’importanza della solidarietà umana e all’accettazione del diverso quale condizione imprescindibile per la sopravvivenza del pianeta. La sua lirica si traduce in atto di ribellione non violenta e riscatto, trampolino verso il cambiamento vero, quello che passa per la maturazione interiore.  E mai come in questo periodo, in cui l’odio è a livelli di guardia, la poesia si fa necessità.

Quale esempio di lirismo, abbiamo scelto di Susi Ciolella una composizione dal timbro intimistico e universale.

 

INAFFERRABILE

Mia madre era una donna particolare
a volte
la sentivo
Inafferrabile
Spesso
la sentivo
distante
immersa nei suoi pensieri più profondi
erano luoghi privati del suo essere
dove a nessuno
era permesso entrare
Tante volte
il suo comportamento
Mi aveva fatto sentire
sola
e arrabbiata
ma l’amavo lo stesso
di quell’amore assoluto
che solo un figlio è capace di provare
avevo smesso di amarla quando era morta
come se fosse possibile smettere di amare?
avevo cessato di aver bisogno
di entrare dentro i suoi pensieri
la notte in cui
l’avevo vista
appoggiata nel tavolo dell’obitorio
aveva un viso sereno
come una madonna
avevo pensato che non avrei più dovuto rincorrerla
era li
davanti a me
cosi l’avevo stretta al petto
come fossi sua madre
e lei una piccola figlia addormentata
avevo passato ore davanti al suo corpo
avrei voluto
afferrarla
per sempre

 


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