«La notizia difetta certamente del requisito della verità». Questo il motivo per il quale la giudice del tribunale civile di Trapani, Anna Loredana Ciulla, accogliendo la richiesta del giornalista Rino Giacalone, costituito nel procedimento civile con gli avvocati Roberto Natoli e Giuseppe Marino del foro di Palermo, ha condannato per diffamazione l’emittente televisiva Telesud srl per aver diffuso la notizia dell’esistenza di una indagine giudiziaria a carico di Giacalone per i reati di tentata estorsione e millantato credito. Notizia smentita dai certificati della Procura di Trapani e da altre Procure, Palermo, Caltanissetta e Marsala, presentati dal diretto interessato.
«L’articolo contestato – si legge nelle motivazioni della sentenza – ha fornito ai lettori una prospettazione dei fatti incompleta e non rispondente al vero: nel bilanciamento tra diritto alla reputazione da un lato e diritto di cronaca dall’altro deve prevalere il primo, mancando un fondamentale requisito per l’esercizio legittimo del secondo».
I fatti risalgono al 2015. Il 2 maggio, in apertura di notiziario, la tv locale aveva trasmesso la notizia, a firma del giornalista Luigi Todaro, dell’esistenza dell’indagine giudiziaria a carico di Giacalone per i reati citati. Nella stessa edizione del Tg era stato anche trasmesso un editoriale del presidente del Cda dell’emittente, Massimo Marino, il quale aveva confermato l’esistenza dell’indagine, parlando di “segreto di pulcinella…perchè tutti in città sapevano”. Servizio ed editoriale erano stati anche pubblicati sul sito internet e sulla pagina Facebook dell’emittente. Sullo stesso argomento nei giorni a seguire il 2 maggio , l’emittente continuò a scrivere dell’indagine, dando del Giacalone una immagine non veritiera e offendendolo nella reputazione anche professionale.
Anche Todaro e Marino sono stati condannati, insieme con gli eredi di Rocco Giacomazzi, all’epoca direttore di Telesud, deceduto nel 2017.
Nella sentenza, la giudice pone inoltre l’accento sulla «gravità del danno» subito da Rino Giacalone, «desumibile – si legge – dal risalto delle notizie riportate, dalla continuità della diffusione e dal contesto di grande attenzione da parte del pubblico sulle vicende narrate in cui le informazioni furono inserite». “Una sentenza che stabilisce la verità, contro le bugie riguardanti la mia persona, mortificata e vilipesa. E’ stata montata una campagna di stampa che puntava a colpire anche l’associazionismo antimafia rappresentato da Libera e forse anche altri soggetti. Ma con le fake news si perde…sempre”.
Accolta anche la richiesta avanzata dal giornalista di rettifica delle notizie eventualmente ancora presenti sul sito internet e sulla pagina Facebook dell’emittente. Dinanzi al Tribunale penale di Trapani è in corso il processo contro l’editore Massimo Marino e il giornalista Luigi Todaro, è stata stralciata per decesso la posizione del giornalista Giacomazzi. Il processo è scaturito da una querela presentata sempre dal giornalista Rino Giacalone nei confronti di editore e giornalisti. La prossima udienza, davanti al giudice Caruso, è prevista per l’11 dicembre quando verranno sentiti testi indicati dalla difesa degli imputati. Giacalone, è bene dire, presentò querela civile solo nei confronti dell’emittente Telesud, e giammai nei confronti dei giornalisti. La società Telesud e il suo presidente Massimo Marino hanno richiamato dentro al procedimento come terzi, Todaro e Giacomazzi.