Le indagini eseguite sul conto di MONTANTE traevano nuova linfa a seguito delle dichiarazioni rese agli inquirenti da due soggetti, che fino a quel momento erano stati particolarmente prossimi all’imprenditore di Serradifalco, Marco VENTURI e Alfonso CICERO, all’epoca, rispettivamente, presidente di Confindustria Centro Sicilia e presidente dell’I.R.S.A.P. (istituto regionale per lo
sviluppo delle attività produttive).
Il primo, come si ricorderà, era anche l’imprenditore di cui si era avvalso MONTANTE per promuovere l’ingresso, all’interno di Confindustria, di Vincenzo ARNONE, tacendone la qualità di boss di Cosa Nostra della famiglia di Serradifalco, ma è anche colui che, grazie all’inserimento dello stesso ARNONE nella commissione dei “saggi” che avrebbero designato il nuovo presidente dell’associazione nissena dei Giovani Industriali, era stato proposto ed eletto successore di MONTANTE. Inoltre, era stato assessore regionale alle Attività Produttive sotto il Governo LOMBARDO.
CICERO, per converso, dopo essere stato commissario straordinario in alcuni consorzi ASI siciliani, era stato nominato prima commissario straordinario e poi presidente dell’I.R.S.A.P., funzione nell’esercizio della quale lo stesso aveva attivato una serie di misure di contrasto alla criminalità organizzata e alle sue infiltrazioni nel mondo dell’imprenditoria.
Come emergerà dalla diretta lettura delle intercettazioni delle conversazioni intrattenute da Marco VENTURI ed Alfonso CICERO, la spinta iniettiva alla rivelazione di inquietanti aspetti della carriera Imprenditoriale-associativo di MONTANTE era originata dall’articolo, pubblicato su La Repubblica da Attilio BOLZONI e Francesco VIVIANO in data 9 febbraio 2015, dal titolo “L’industriale paladino dell’antimafia sotto inchiesta in Sicilia per mafia”, con il quale si informava dell’indagine che la D.D.A. nissena stava conducendo nei confronti di MONTANTE, indagato del reato di concorso esterno in associazione mafiosa.
La discovery dell’indagine, aggravata da ulteriori pubblicazioni sul medesimo quotidiano… Continua su mafie