di Bruno Caruso
Il ricordo di Cesare Terranova è uno di quei ricordi struggenti ai quali non si sfugge facilmente, la sua scomparsa un avvenimento terribile al quale, trascorsi ormai gli anni, non ci si può rassegnare con disinvoltura. Non passa giorno che non ci ricordiamo di lui ed il ricordo è come un avvertimento alla coscienza, un parametro per tante vicende della vita e della morte.
Il suo assassinio è stato infatti un atto di spietata, ineguagliabile ingiustizia e, forse, paradossalmente, perché è difficile affermarlo, fra tutti i delitti di mafia il piu spietato ed il piu ingiusto.
Perché Cesare Terranova rappresentava la giustizia, non solo in quanto giudice togato, che non sempre la toga è sinonimo di giustizia, ma come uomo, come uomo particolarmente versato nello scegliere ciò che era giusto, onesto, perfino elegante.
Lui era un raro esemplare di quella rara categoria di persone di elegante comportamento. E le sue scelte di vita oltre che con grande garbo erano fatte con altrettanta decisione.
Dopo il delitto, lo si dice spesso dopo avvenimenti particolari, molte cose sono cambiate nella vita civile della città di Palermo e del Paese. Cosi come non si è fatta discriminazione commettendo un assassinio preventivo solo in previsione della sua opera di giustizia, non si è fatta discriminazione per tanti altri fatti, quasi in conseguenza di quella previsione che ne ha sancito l’esecuzione e delle vicende che a monte ne sarebbero derivate. I traffici sono diventati indiscriminati, le lotte, i delitti, le vendette, le faide senza più discriminazione né pietà. E le conseguenze stesse dello smercio delle droghe pesanti sono cadute inosservate come fatti insignificanti cosi come le vittime innocenti dell’eroina con siderate parte di un rito di sacrificio a questa indiscrimi nata corsa al denaro.
Ma tutto il tessuto civile ne ha risentito; poiché ogni cittadino non è piu riuscito a far finta di non capire, di non sapere e, alla fine, nel vorticoso giro di denaro che ne è conseguito, ognuno se n’è sentito in un certo senso partecipe e complice, ha avvertito l’ineluttabile coinvolgimento che una società compie verso i
componenti ed il cittadino ha cominciato a vivere la co siddetta vita civile con una certa umiliazione, aggravata da tutte le frustrazioni, i compromessi e le miserie della politica.
Per questo il ricordo di Cesare Terranova ci consola e ci trasmette coraggio, il suo stesso coraggio civile ed il ricordo di lui, pur cosi struggente è un piacevole ricordo, il ricordo di un uomo di grande eleganza civile.