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Riace, il sindaco leghista fa rimuovere il cartello che ricorda Peppino Impastato

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Fare cento passi indietro. Forse sono queste le intenzioni del nuovo sindaco di Riace, il leghista Tonino Trifoli, sindaco sub iudice perché sulla sua testa pende il pronunciamento del Tribunale di Locri che potrebbe decretarne la decadenza, in quanto all’epoca della candidatura era ineleggibile. Ora ha cancellato anche un altro simbolo della precedente amministrazione guidata da Mimmo Lucano, il cartello dedicato a Peppino Impastato in ricordo del suo impegno contro la criminalità organizzata e dei cento passi che separavano la sede di Radio Out dall’abitazione del boss della mafia locale.
Il cartello si trovava proprio sotto quello con la dicitura “Riace paese dell’accoglienza” rimosso nelle scorse settimane e sostituito da un tabellone di benvenuto con i santi Cosma e Damiano, protettori di Riace. E’ evidente che per l’ amministrazione Trifoli, che ha come riferimento politico la destra populista italiana, la lotta alla mafia ed alla ndrangheta non è una priorità. Quindi via i simboli dell’accoglienza e dell’antimafia, in una zona, tra l’altro, come la Locride calabrese, dove il potere dei clan impregna l’aria.
“Non è un fatto positivo – ha commentato la vicenda l’ex sindaco Mimmo Lucano – perché quell’insegna, realizzata da un artista che appartiene all’associazione “Libera”, raccontava l’esperienza di Peppino Impastato che era un’opposizione culturale e sociale alla mafia. Era un segno distintivo di una comunità che fa parte di un’area invasa dalla criminalità organizzata. Quel cartello era un modo per immaginare un futuro lontano da qualsiasi condizionamento mafioso” Per Lucano è lo stesso percorso intrapreso nelle dittature sudamericane che hanno rimosso tutti i murales che raccontavano la storia delle rivoluzioni popolari. 


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