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Rai, attacco a Report in Cda per la puntata su Moscopoli

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I tentativi di bavaglio spuntano sempre quando un’inchiesta giornalistica rivela trame oscure, ne ricostruisce la rete internazionale e le ricadute sui diritti di tutti e, in più, riesce a sfondare il muro dell’indifferenza diffusa, ponendo questioni a cui va data risposta per l’interesse generale, dei cittadini, della Repubblica italiana e dell’intera Europa. E così è stato.

Dopo la puntata di Report di due giorni fa dedicata a Moscopoli – l’inchiesta in corso che vuole fare luce su un presunto finanziamento russo alla Lega di Salvini – la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci finisce sotto accusa nel Cda Rai. Secondo quanto si apprende, i consiglieri Igor De Biasio (indicato dalla Lega) e Giampaolo Rossi (indicato da Fratelli d’Italia) hanno sostenuto che il programma avrebbe violato le norme sulla par condicio, in riferimento alle elezioni regionali che si terranno in Umbria domenica 27 ottobre.

Attacchi mirati al contenuto della trasmissione, sempre secondo quanto appreso, sono arrivati poi dal consigliere De Biasio.

Facciamo notare che le norme sulla par condicio citate, nel caso di elezioni che riguardano meno del 25% degli elettori nazionali, consentono esplicitamente la presenza di esponenti politici di rilievo nazionale nei programmi nazionali, che devono limitarsi a evitare riferimenti alla competizione locale e ai soggetti coinvolti.

Ci chiediamo se a dar fastidio sia stata la ricostruzione di fatti, tempi e interlocutori coinvolti nel caso Metropol o piuttosto la rete globale che sarebbe tenuta insieme dai soldi (miliardi di dollari) distribuiti a decine di fondazioni, associazioni e partiti per tutto il continente, per causare la deflagrazione dell’Unione europea e dei diritti, umani e civili, su cui si regge.

Confidiamo che i rilievi portati oggi nel Cda dell’Azienda di Servizio pubblico siano chiariti e ritirati, ne va del diritto di cronaca, del diritto dei telespettatori di essere informati compiutamente e del rispetto dell’articolo 21 della nostra Costituzione, e non ultimo del rispetto dello stesso Contratto di Servizio in essere che, all’articolo 2 sui “Principi generali”, prescrive che l’offerta Rai sia improntata a rendere disponibile e comprensibile “una pluralità di contenuti, di diversi formati e generi, che rispettino i principi dell’imparzialità, dell’indipendenza e del pluralismo, riferito a tutte le diverse condizioni e opzioni sociali, culturali e politiche, affinché ciascuno possa autonomamente formarsi opinioni e idee e partecipare in modo attivo e consapevole alla vita del Paese, così da garantire l’apprendimento e lo sviluppo del senso critico, civile ed etico della collettività nazionale anche all’estero, nel rispetto del diritto e del dovere di cronaca, della verità dei fatti e del diritto ad essere informati“. Proprio quanto attuato da sempre dalla redazione di Report.


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