«Piena solidarietà ai giornalisti della Poligrafici editoriale, sostegno alle ragioni della loro protesta e alle loro azioni di lotta, a partire dallo sciopero nelle giornate di domani e sabato. Al di là di questioni di natura prettamente aziendale, questa vertenza rappresenta l’emblema di un settore che rischia di morire schiacciato da una politica di tagli che va avanti ininterrottamente da almeno un decennio. Sarà sicuramente un caso, ma non può passare inosservata la circostanza che l’annuncio da parte dell’azienda di nuovi e pesanti sacrifici, come del resto i licenziamenti annunciati
dall’editore di Askanews, sia arrivato in concomitanza con le voci di possibili nuovi stanziamenti di risorse da parte del governo per sostenere i pensionamenti anticipati dei giornalisti. In pratica, la riproposizione di uno schema che negli ultimi dieci anni ha impoverito la professione e l’informazione italiana, allargando a dismisura l’area del lavoro precario e provocando il dissesto dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani. Quello stesso istituto la cui messa in sicurezza – più volte annunciata dal governo, ma non ancora realizzata – è la condizione necessaria
per salvaguardare l’autonomia e l’indipendenza della professione. Non si può difendere il pluralismo dell’informazione a parole e nei fatti sostenere con denaro pubblico misure – come i tagli
indiscriminati, per l’appunto – che vanno nella direzione opposta. Serve un confronto a tutto campo fra parti sociali e governo: partendo dall’allargamento della platea dell’Inpgi, occorre ragionare
contestualmente di ristrutturazione, rilancio del settore e lotta al lavoro precario, che ormai è diventato il tratto distintivo del settore». E’ quanto afferma in una nota Raffaele Lorusso, segretario
generale della Fnsi.