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La manovra economica comincia a delinearsi

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Gualtieri fa chiarezza in audizione alle Camere. Importante l’apertura alle forze sociali. Sui contratti Cgil, Cisl, Uil: le risorse sono insufficienti. Il calendario degli incontri. Interventi di Banca d’Italia e Istat

Di Alessandro Cardulli

La manovra economica comincia a delinearsi a prescindere dalle indiscrezioni accompagnate da fake news, dalle rubriche televisive e radiofoniche che rispondono all’editore e non ai cittadini che hanno il diritto, garantito dalla Costituzione, di essere informati. Sono sempre i soliti noti a calcare la scena, con alcuni direttori di giornale che sono dappertutto. A rompere questa specie di catena sono stati i numerosi interventi del ministro dell’Economia nelle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, di cui diamo conto in altro articolo, partecipando ad assemblee come quella di Confindustria. L’incontro con i sindacati Cgil, Cisl, Uil e l’audizione a Palazzo Chigi dei segretari generali delle tre confederazioni, Landini, Furlan, Barbagallo, l’assemblea della associazione degli industriali hanno “costretto” il governo, in particolare Conte e il ministro Gualtieri ad aprirsi al confronto con le forze sociali per arrivare poi alla stesura della legge di Bilancio, mentre la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (la Nadef) è alla attenzione della Commissione europea che deve dare il via libera e consentire al governo di mettere a punto il Bilancio. Siamo in presenza di una fase molto delicata, difficile, complessa, in cui un elemento determinante per costruire la manovra da presentare a Bruxelles è la chiarezza di un progetto economico, un programma con proposte che facciano compiere al Paese un balzo di qualità. Un programma visibile e comprensibile sul quale chiedere il contributo di proposte alle forze sociali che rappresentano i cittadini. Importanti le audizioni che si sono susseguite alla Camera e al Senato di dirigenti di importanti Istituti, come l’Istat, la Banca d’Italia.

Restano da sciogliere importanti nodi per aumentare il potere di acquisto dei lavoratori

Ma restano da sciogliere importanti nodi in relazione ai contratti del pubblico impiego in cui diverse sono le posizione dei sindacati e quelle del ministro. In audizione in Parlamento dice il ministro: “Ci sono incrementi sul Fondo sanitario nazionale e ci sono le risorse per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego”. Ma nel frattempo esce una nota di Cgil, Cisl, Uil in cui si chiede che “Il Governo faccia chiarezza sulle risorse per rinnovare i contratti pubblici. Scuola compresa. Ad una prima verifica tecnica con il ministero della economia le poste economiche risultano ancora insufficienti e, oltretutto, inferiori a quelle stanziate per il precedente rinnovo. È necessario stabilire le risorse necessarie per valorizzare le professionalità esistenti ed aumentare il potere di acquisto dei lavoratori, fin dalla prossima legge di bilancio”. Una rivendicazione al centro del tavolo di confronto del 15 ottobre con il ministro per la Funzione pubblica, Fabiana Dadone, con l’obiettivo “di aprire una stagione di confronto costante che possa consentire di affrontare e risolvere i veri snodi del cambiamento della pubblica amministrazione italiana”. Per Cgil Cisl e Uil, è fondamentale, ribadiscono, “avviare un piano straordinario di assunzioni, riaffermare la primazia della contrattazione rispetto alla legge, superando da subito i vincoli sulla contrattazione decentrata e  rinnovare i dei contratti”.

Giovedì in programma l’incontro sulla riforma del fisco. Venerdì  il nodo delle pensioni

Intanto giovedì 10 ottobre è in programma invece l’incontro sulla riforma del fisco, mentre il giorno seguente, venerdì 11, si affronterà il nodo pensioni, comprese le questioni della rivalutazione e della non autosufficienza. All’inizio della prossima settimana toccherà al tavolo sugli investimenti, il Mezzogiorno e le politiche industriali  “Positivo” il commento di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici alle dichiarazioni del ministro dell’Economia, sulla proposta di direttiva su una tassazione minima effettiva per le multinazionali e i giganti del web. “Ci siamo già espressi e più volte sul punto e abbiamo invitato il Governo a trovare con l’Europa, rapidamente una soluzione condivisa sulla digital tax: sono indispensabili politiche fiscali verso i colossi del web capaci di garantire un quadro di regole uniformi per ristabilire la concorrenza nel mercato digitale”, commenta Marco Decio, il presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici. Quindi, prosegue Decio, “non possiamo che apprezzare l’iniziativa del ministro Gualtieri che, accanto a politiche per l’innovazione e il green, accanto a Industria 4.0 tocca un punto fondamentale per ristabilire un quadro coerente di regole. Occorre definire in tempi rapidi una politica fiscale che consenta di ristabilire le condizioni favorevoli alla contendibilità dei mercati nel digitale, lo si deve fare a livello mondiale e il tema va non solo affrontato ma risolto a partire dall’Europa”.

L’Intervento del vicedirettore generale  di Bacca d’Italia. Serve una riforma fiscale  complessiva

La necessità di una riforma fiscale “complessiva e organica”, che non può consistere solo “nell’abbattere tutte le imposte”. È quanto  affermai il vice direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, che è intervenuto sulla Nota di aggiornamento al Def nel corso dell’audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. “Nella definizione dei provvedimenti da adottare – ha spiegato – sarà opportuno prendere in considerazione in modo complessivo gli strumenti disponibili, incluse le imposte indirette, orientando la scelta verso l’insieme di misure che meglio circoscrive l’impulso restrittivo sull’economia, le distorsioni dell’allocazione delle risorse e gli effetti distributivi indesiderati”.  Per quanto riguarda il recupero dell’evasione, il vicedirettore della Banca d’Italia ha precisato che è “ardua” una quantificazione. “Al fine di assicurare il rispetto dell’obiettivo – ha precisato – è auspicabile che siano definiti momenti di monitoraggio dei conti in corso d’anno e pronti meccanismi correttivi in caso di scostamenti”. Detto questo, la Banca d’Italia ha fatto sapere che “guarda con favore a iniziative che incentivino l’uso di strumenti di pagamento tracciabili, che tendono a ridurre i tempi e i costi delle transazioni e che possono contribuire a contrastare, oltre all’evasione, altri comportamenti illegali”. Nella audizione davanti alle Commissione Bilancio di Senato e Camera è intervenuto il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo il quale ha sottolineato che “i dati contenuti nella nota di aggiornamento al Def mostrano la persistenza di livelli elevati di evasione fiscale e contributiva, aspetti critici per il rafforzamento della capacità competitiva e di crescita del nostro Paese e per l’efficacia e l’equità delle politiche pubbliche. Le stime della relazione evidenziano in media, nel triennio 2014-2016, un gap complessivo pari a circa 109,7 miliardi”. Ha poi rilevato che  nel nostro Paese “ancora solo il 56,2% delle donne partecipa al mercato del lavoro e il tasso di occupazione non supera il 50%. Si tratta dei valori tra i più bassi, insieme a quelli della Grecia, tra i paesi dell’Ue dove il tasso di attività è pari al 68,3% e quello di occupazione al 63,4%”, afferma il presidente dell’Istat, spiegando che “il ruolo ricoperto in famiglia, in assenza di un adeguato sistema di sostegno, appare come uno dei fattori discriminanti (insieme alla regione di residenza e al titolo di studio”.

Da jobsnews


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