Vado alla manifestazione pro-curdi organizzata dai sindacati. Siamo pochi, ma ci sono tante bandiere per sembrare di più. Non c’è un palco, né qualcuno col megafono che spieghi il motivo del presidio. Vedo la Camusso, la saluto, mi risponde cortese di passaggio. Tanti capelli bianchi, più numerose le donne, uno schieramento di Polizia superiore ai presenti. Sono amareggiato per la scarsa partecipazione, spero sia colpa di una carente organizzazione. Ma credo che la presenza anche di poche persone sia importante. Penso a tutti i civili massacrati e tra tutti alla indomita combattente per i diritti delle donne curde e arabe, Hevrin Khalef, violentata e uccisa, dopo una vita di impegno, ritratta per l’ultima volta cadavere, coperta dalla polvere e dalle pietre con cui è stata lapidata.
Riposa in pace, Hevrin, non ti dimenticheremo.