“Honey Boy”, anche se i personaggi hanno nomi fittizi, narra la storia reale dell’infanzia disastrata di Shia LaBoeuf, noto attore statunitense classe 1986, balzato alle cronache, oltre che per i suoi successi, per i problemi con la legge e con l’alcol. “Honey boy” è il nome con il quale il padre di Shia, lo chiamava quando, bambino prodigio, lavorava nel cinema (interpretato da Noah Jupe). Allora viveva con suo papà ex drogato, alcolizzato e con disturbi psichici. Il rapporto tra i due era anaffettivo e violento: il genitore lo sfruttava economicamente, lo rimproverava in continuazione, gli insegnava a dodici anni a fumare sigarette e marijuana. A ventidue troviamo Shia cresciuto (interpretato da Lukas Hedges), sempre nel cinema ma rovinato dalle droghe e dall’alcol, al punto da finire in un centro di riabilitazione nel quale è obbligato da una psichiatra a ripercorrere le origini della sua disastrosa vita, in particolare il suo rapporto col padre.
Shia LaBeouf, irriconoscibile, si è ritagliato il ruolo del papà: con bravura interpreta un uomo irascibile, sfatto, con la pancia, stempiato e dai capelli lunghi. L’attore ha dichiarato in varie interviste che impersonarlo per lui è stato un modo utile a capire, un tentativo di superare quel trauma che l’ha portato a situazioni pericolose. Shia LaBoeuf ha scritto la sceneggiatura in prima persona. Diretto con sentimento e abilità da Alma Har’el, alla sua opera prima, la regista condivide con Shia LaBoeuf l’esperienza di genitori alcolisti e, per sua stessa ammissione, la motivazione catartica per realizzare un film come questo, che raccontasse non solo il dolore ma il perdono. Lungometraggio misurato e coraggioso per gli accenti di sincera intimità: Shia LaBoeuf, grazie anche alla regista, è riuscito a parlare di se stesso senza incensarsi, né farsi solo vittima, Ed è questo che rende la pellicola credibile e toccante.
Honey Boy Alma Har’el
Interpreti Shia LaBeouf, Lucas Hedges, Noah Jupe, Natasha Lyonne, Martin Starr, FKA twigs
Sceneggiatura Shia LaBeouf
Fotografia Natasha Braier
Montaggio Monica Salazar, Dominic LaPerriere
Scenografia JC Molina
Costumi Natalie O’Brien
Musica Alex Somers
Suono Andrew Twite
Produttore Brian Kavanaugh-Jones, Daniela Taplin Lundberg, Anita Gou, Christopher Leggett, Alma Har’el
Co-produttore Anthony Brandonisio, Rebecca Cammarata
Produzione Automatik, Stay Gold Features, Delirio Films, Kindred Spirit
Distribuzione internazionale Sony Pictures Worldwide Acquisitions (SPWA), Stage 6 Films