Si è detto come le indagini sul conto di MONTANTE fossero state inizialmente articolate intorno all’ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa. Nei paragrafi che seguono verranno, dunque, ripercorsi i principali passaggi dell’incipit dell’indagine, evidenziando gli elementi illo tempore emersi.
La matrice genetica dell’attività di indagine può individuarsi nelle dichiarazioni di plurimi collaboratori di giustizia, i quali, in periodi temporali diversi, riferivano di un particolare rapporto di prossimità tra MONTANTE e la famiglia mafiosa di Serradifalco (CL), rappresentata dagli ARNONE. Detto rapporto, inizialmente di carattere personale (come si vedrà, gli ARNONE furono testimoni di nozze di MONTANTE), avrebbe, ad un certo punto, inciso sulla scalata dell’imprenditore, oggi imputato, all’interno delle associazioni degli industriali, nonché sulla longevità delle sue attività commerciali, poste al riparo da pretese estorsive.
E’ stato, altresì, ipotizzato, in sede di indagine, che MONTANTE avesse remunerato gli appartenenti alla mafia, che lo avevano appoggiato, mediante dazioni di denaro derivanti da fondi neri ricavati dalle sue attività imprenditoriali.
Tale ipotesi, tuttavia, nonostante le “nitide opacità” – sia concessa la licenza ossimorica – riscontrate nella contabilità delle società esaminate riconducibili a MONTANTE, non è mai assurta alla dignità di certezza (con giudizio ovviamente limitato allo stato degli atti confluiti nell’odierno procedimento), a causa del sistematico boicottaggio, da parte dello stesso MONTANTE e dei
suoi accoliti, dell’attività di indagine in corso di espletamento, che ha ostacolato l’approfondimento della pista investigativa.
In ogni caso, a prescindere dall’aspetto eventualmente sinallagmatico della vicenda, non può tacersi come le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia sui rapporti tra MONTANTE e soggetti appartenenti all’associazione mafiosa siano state integrate da quelle rese da Marco VENTURI, mentre rivestiva la carica di presidente di Confindustria Centro Sicilia (e già assessore regionale sotto il Governo LOMBARDO), e da Alfonso CICERO, presidente dell’I.R.S.A.P. (istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive), entrambi fuoriusciti dal “sistema MONTANTE”, nel quale, con diverso grado di (in-)consapevolezza, avevano militato, assumendo variamente… Continua su mafie