“E’ stata respinta la richiesta di archiviazione dell’inchiesta Ilaria Alpi e Miran Hrovatin! Ci saranno nuove indagini. Non conosciamo ancora nel dettaglio le motivazioni del Gip ma intanto esultiamo: evviva!”. Queste le prime parole di commento di Mariangela Gritta Grainer, instancabile protagonista in questi anni nella battaglia per proseguire nell’inchiesta sull’agguato. “Oggi è il 4 ottobre, San Francesco patrono d’Italia, giorno della pace fraternità e dialogo tra culture e religioni diverse. – dice la Grainer – Quest’anno con un significato in più, non solo simbolico e che sarebbe piaciuto molto a Ilaria: avviene due giorni prima dell’avvio del Sinodo sull’Amazzonia (pochi anni dopo l’Enciclica di Papa Francesco “Laudato si”), un grande incontro sulla salvezza della terra. Consideriamo di buon auspicio che la decisione del Gip sia avvenuta in questo giorno. Un pensiero intenso a voi, cari Luciana e Giorgio: vi sentiamo sempre accanto. E’ grazie al vostro impegno, al vostro amore per Ilaria per la giustizia e per la verità che oggi l’inchiesta sull’esecuzione di Mogadiscio del 20 marzo 1994, il più crudele dei giorni, non è stata archiviata. Sappiamo che Ilaria aveva raccolto materiale importante e anche le prove di un traffico d’armi e di rifiuti tossici individuando responsabilità legate a organizzazioni mafiose criminali, poteri illegali pubblici e privati: per questo è stata uccisa insieme a Miran, prima che potesse raccontare “cose grosse” come aveva annunciato alla Rai. Sappiamo quel che è successo quella domenica 20 marzo 1994. Sappiamo quel che è successo prima e anche dopo. Sappiamo il perché, forse anche da chi era composto il commando assassino. Non sappiamo ancora con certezza chi ha ordinato l’esecuzione e chi ha coperto esecutori e mandanti. Sappiamo che un cittadino somalo è stato in carcere quasi 17 anni ed era innocente, il classico capro espiatorio: al centro di uno dei vergognosi depistaggi che hanno accompagnato in questi 25 anni la ricerca e l’impegno ostinati per la giustizia e la verità. Pensiamo che si debba far ripartire l’indagine dai depistaggi evidenziati anche dalla sentenza di scarcerazione di Hashi Omar Assan del Tribunale di Perugia. Sentiamo che si attenua la ferita alla giustizia che potrà davvero anche su questa inchiesta essere “ … amministrata in nome del popolo” come recita l’articolo101 della Costituzione della Repubblica Italiana. Vogliamo ringraziare tutti quelli che hanno sostenuto in vario modo “la comunità” di #noinonarchiviamo a partire da scuole, biblioteche, circoli, istituzioni e dalle decine di migliaia di persone che hanno anche sottoscritto la petizione che rimarrà aperta fino a che avremo giustizia e verità per Ilaria e Miran. Continueremo l’impegno sempre perché #noinonarchiviamo