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Barcellona: violenza intollerabile contro i professionisti dell’informazione

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Il FeSP respinge le aggressioni contro i giornalisti avvenute nelle mobilitazioni a seguito della sentenza della Corte Suprema sul “procés”.

La Federazione dei sindacati dei giornalisti (FeSP) respinge le aggressioni registrate nel corso della scorsa settimana contro i professionisti dell’informazione, sia a Barcellona e in altre località catalane che a Madrid, nel quadro delle mobilitazioni di protesta contro la sentenza della Corte Suprema sul processo (ai leader indipendentisti catalani, N.d.T.).

Secondo gli ultimi resoconti, in Catalogna 66 colleghi hanno subito violenze nello svolgimento del loro lavoro, da parte di alcuni agenti delle forze di sicurezza -Mossos d’Esquadra e Polícia Nacional- e anche da parte dei manifestanti. A questi casi bisogna aggiungerne diversi altri a Madrid, durante i raduni convocati per lo stesso motivo.

La Direzione federale del FeSP ritiene che queste aggressioni contro coloro che svolgono la loro missione d’informazione siano del tutto riprovevoli e inappropriate per una democrazia. I funzionari pubblici e i cittadini devono rispettare il lavoro dei professionisti dell’informazione, il cui compito è garantire il diritto dei cittadini all’informazione. I giornalisti sono persone come le altre. Vorremmo che tutte le manifestazioni fossero pacifiche e ci andiamo per informare l’opinione pubblica di quanto sta accadendo per strada.

Il FeSP ha sempre denunciato tutti gli attacchi ai professionisti dell’informazione, da qualunque parte provengano e chiunque siano le persone coinvolte. Questa Federazione è solidale con i professionisti dell’informazione che hanno svolto il loro lavoro in condizioni così difficili e si congratula con il Sindicato de Periodistas de Catalunya (SPC) per aver informato sulle aggressioni; i suoi dati sono serviti alla Federazione europea dei giornalisti (FEP) – di cui la FeSP fa parte per denunciare – i fatti dinanzi alle organizzazioni europee corrispondenti. Esortiamo le istituzioni ad adottare le misure necessarie affinché situazioni come queste non si ripetano.

La FeSP ribadisce la richiesta, che da anni rivolge al governo e ai gruppi parlamentari, di regolamentare una volta per tutte il diritto all’informazione dei cittadini come avviene in molti altri paesi, attraverso una legge che stabilisca i diritti e i doveri dei giornalisti per garantire questo diritto, nonché l’obbligo dei funzionari pubblici di rispettare il lavoro dei professionisti.

In Catalogna, il 72,3% delle aggressioni ricevute dai professionisti dell’informazione sono state compiute da agenti di polizia, sia dei Mossos d’Esquadra che della Polizia Nazionale. Il Ministro dell’Interno della Generalitat, Miquel Buch e il Ministro dell’Interno del governo spagnolo, Fernando Grande-Marlaska, devono promuovere le indagini necessarie per chiarire le responsabilità che corrispondono a questi inammissibili casi di violenza. E se non lo faranno, dovranno assumersene la responsabilità.

Va sottolineato che praticamente tutti i casi – come dimostrano le immagini di questi attacchi – sono stati rivolti volontariamente contro i giornalisti per tenerli lontani dalle aree di azione della polizia, impedendo loro di assistere a ciò che sta accadendo o di informare il pubblico in merito. I funzionari pubblici, insistiamo, devono proteggere il diritto dei cittadini all’informazione, non ostacolarlo, e facilitare il lavoro di chi deve svolgerlo, senza intralciare i compiti di polizia.

Pertanto, la FeSP sostiene il manifesto che diverse organizzazioni catalane di professionisti dell’informazione e sindacati hanno reso pubblico oggi, lo firma e invita altre organizzazioni, comitati aziendali e consigli professionali dei media ad aderire a questa iniziativa.

Senza informazione non c’è democrazia piena e senza i professionisti che ne sono responsabili non è rispettato il diritto costituzionale e umano dei cittadini a riceverla.

Direzione generale federale della Federazione dei sindacati dei giornalisti (FSP)

Traduzione dallo spagnolo di Silvia Nocera

Fonte: Pressenza


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