Scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina. Libero anche il cineasta Sentsov

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Uno storico scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina, dopo 5 anni di conflitto, potrebbe essere il primo passo concreto verso la pace. Su due aerei, che hanno preso il volo e sono atterrati simultaneamente. 35 persone per parte sono tornate nei rispettivi paesi, incluso il regista ucraino Oleg Sentsov, premio Sakharov, arrestato nel 2014.
Grande l’emozione quando a Mosca e a Kiev i portelloni degli aerei si sono aperti e sono scesi i prescelti in quello che da più parti è stato definito un fatto significativo di pacificazione.
Si è infatti trattato del primo scambio di prigionieri di questa portata tra i due paesi dall’inizio del conflitto nell’Ucraina orientale cinque anni fa, preceduto dall’annessione della Crimea.
Kiev e l’Occidente accusano Mosca di sostenere militarmente i separatisti, una guerra che ha causato quasi 13000 morti.
Il più famoso tra i prigionieri scambiati è proprio Sentsov, il cui rilascio era richiesto da tempo dalla comunità internazionale. Appena giunto in Ucraina il suo primo pensiero è stato per i prigionieri rimasti in Russia.
“Spero che coloro che sono ancora nelle carceri russe ingiustamente detenuti saranno presto rilasciati, fino al rilascio dell’ultimo prigioniero, la nostra lotta non sarà finita” ha detto, abbracciando sua figlia adolescente in lacrime: quando era stato arresrato era solo una bambina.
Oltre a Sentsov tutto il Paese chiede la liberazione di altri 90 dei suoi cittadini prigionieri in Russia e Crimea e 130-220 ucraini, detenuti in territori separatisti secondo il Centro delle Ong ucraino per le libertà civili.
Il premio Sakharov 2018, 43 anni, era stato arrestato nel 2014 in Crimea dopo aver protestato contro l’annessione della penisola ucraina da parte della Russia. Al termine di un processo sommario era stato condannato a 20 anni di carcere in un campo nella regione artica russa per “attacchi terroristici”.
“Ho appreso con sollievo e profonda gioia la notizia della liberazione del regista ucraino Oleg Sentsov. Si è opposto all’ingiustizia con dignità, difendendo la democrazia e i diritti umani. Spero di incontrarlo presto e consegnargli il premio Sakharov 2018” ha twittato il presidente dell’europarlamento David Sassoli che aveva sottoscritto l’appello internazionale che Articolo 21, prima organizzazione italiana a farlo, aveva rilanciato  nel 2018 per chiedere la liberazione del regista ucraino in sciopero della fame da 100 giorni.
Articolo 21, che con Amnesty Italia ha seguito dai primi momenti la vicenda del filmaker detenuto in una prigione colonia in Siberia, aveva espresso grande preoccupazione per le condizioni del cineasta, sempre più debilitato.
Le foto del volto emaciato di Oleg Sentsov, che aveva perso 30 chili nei 4 anni trascori in carcere dei 20 ai quali era stato condannato da un tribunale russo, avevano mostrato al mondo quanto drammatiche fossero le sue condizioni. Nonostante la sua debolezza aveva proseguito la sua protesta, per sé e per tutti gli altri detenuti politici ucraini. La situazione si era poi aggravata e Sentosov era stato ricoverato in ospedale. Nel paziente emaciato ritratto nel letto in cui era piantonato a vista si riconosceva a stento l’autore di “Gamer”, lungometraggio che racconta il dramma di un adolescente ossessionato dai videogiochi, opera che ha ricevuto molti premi a livello internazionale,
Le condizioni in cui era trattenuto il prigioniero avevano spinto la Corte di Strasburgo a condannare la Russia per le mancate cure garantite al detenuto.
“È evidente a tutti che la salute di Sentsov, in veloce deterioramento, lo metta a rischio ogni giorno di un collasso. Ed è per questo che sosteniamo e rilanciamo l’appello di Onu, organizzazioni per i diritti umani e esponenti del mondo della cultura e del cinema alla Russia affinché garantisca la giusta assistenza e scarceri al più presto Sentsov” scrivemmo in un editoriale con cui chiedevamo la sua liberazione.
Oggi, felici che sia tornato a casa, ci auguriamo possa riprendere al più presto la sua attività di voce libera del cinema ucraino.


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