Romeosini Grecità: un prologo d’eccellenza ad aprire la nuova stagione del Vascello

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Il Teatro Vascello di Roma ha riaperto i battenti con un’unica serata, lo scorso 16 settembre, dedicata alla Grecia, un Paese sconosciuto ai più ad eccezione del periodo classico. Un Paese che ha subito la dominazione turca, ha conosciuto la guerra e la crisi, ultima quella del recente passato che tutti ricordano. Ma la Grecia è un paese forte, capace di risorgere ogni volta dalle proprie ceneri, di resistere e guardare avanti. E’ così che Moni Ovadia con Romeosini Grecità, una produzione del circolo Gianni Bosio, attraverso la rilettura di uno dei grandi poeti greci contemporanei vuole offrire il suo tributo a quello che considera la sua seconda patria. E lo fa attraverso quella che viene unanimemente considerata una delle voci più autorevoli della poesia greca del ventesimo secolo, quella di Ghiannis Ritzos, così diretta, struggente, coinvolgente.

La grecità per Ovadia è un concetto che racchiude in sé passato e presente e la lingua greca è una lingua ‘racchiude in sé i travagli di duemila anni di storia. E’ una lingua grandiosa, dalle molte anime, dove trovi parole veneziane così come turche, una lingua che porta in sé tutto il Mediterraneo’.

La rilettura dei versi – da quelli più tristi degli anni di prigionia di Ritzos a quelli  di stampo più politico – sono stati accompagnati da musiche greche che hanno visto la straordinaria Roberta Carrieri (anche eccezionale ventriloqua) a voce e chitarra e Dimitris Kotsiouros a bouzouki e oud.

Un prologo questo che lascia presagire una stagione per il Vascello ricca di appuntamenti, musica, reading e 9 spettacoli di prosa come sempre  irrinunciabili.


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