Giacomo Seydou Sy è in carcere da quattro mesi ma dovrebbe essere in una Residenza per l’esecuzione della pena per curarsi. Giacomo ha poco più di 25 anni ed è affetto da bipolarismo motivo per il quale, secondo la relazione psichiatrica, è ”inadatto al regime carcerario”.
Il suo caso, nonostante sia di dominio pubblico e sia stato preso in carico dal Garante dei detenuti del Comune di Roma, Gabriella Stramaccioni, sembra destinato a non trovare una soluzione.
“Articolo 21 – ha esordito la portavoce Elisa Marincola, aprendo la conferenza stampa che si è svolta in Federazione nazionale della stampa -ha deciso di affiancare la mamma del giovane, Loretta Rossi Stuart, in questa battaglia di giustizia e diritti, raccogliendo il suo appello ad aiutarla a salvare suo figlio. Bisogna fare presto, da una settimana Giacomo è in isolamento a Rebibbia e questo può aggravare le sue condizioni. Ci affianchiamo alla rete di associazioni e alle istituzioni, dal Garante nazionale per le persone private delle libertà, che stanno cercando una soluzione al caso”.
Il problema è rappresentato dalla mancanza di posti nelle Rems, le strutture che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari chiusi per legge. Attualmente nel Lazio sono in 43 ad attendere il ricovero, 200 in tutta Italia.
Nell’attesa che se ne liberi uno chi è stato incarcerato con patologia che richiedono assistenza specializzata deve restare dietro le sbarre.
“Mio figlio è bipolare, non dovrebbe stare in carcere, lo dice la legge, ma nelle strutture psichiatriche previste per lui. E’ esasperato dalla situazione. Continua a resistere ma è assolutamente consapevole che lui non dovrebbe essere in cella. La mia battaglia è per lui e per gli altri che aspettano chiusi in carcere quando dovrebbero essere curati altrove. Spero che la mia battaglia serva almeno a questo: a dare voce a chi non ce l’ha” aggiunge questa madre coraggio che in questi mesi non ha smesso un solo istante di combattere per i diritti di suo figlio.
E gli esperti, le autorità in materia le danno ragione.
Come la garante dei detenuti per il Comune di Roma Gabriella Stramaccioni che ha evidenziato sulla necessità di aumentare i centri Rems spesso “sovraffollati perché le strutture vengono concesse a chi ha misure provvisorie e non a chi ha misure definitive”.