Papa Francesco oggi, 23 settembre, ha ricevuto in udienza il Consiglio nazionale e le delegazioni regionali dell’Ucsi. Ecco il saluto e il ringraziamento della presidente nazionale Vania De Luca.
Santità,
abbiamo a lungo desiderato questo incontro, e siamo particolarmente contenti che si sia potuto realizzare in occasione del 60.mo anniversario dell’Unione Cattolica Stampa Italiana, qui rappresentata, oltre che dal consiglio e dalla giunta nazionali, da tutte le regioni italiane.
Siamo qui con il nostro consulente nazionale, padre Francesco Occhetta, e con qualcuno dei consulenti regionali.
Quando nel 1959 nacque l’Ucsi, nel fervido clima che avrebbe dato vita al Concilio Vaticano II, una delle finalità indicate per la nascente associazione fu «accrescere nell’opinione pubblica la stima per il giornalismo quale strumento di verità, giustizia e fraternità». Queste tre dimensioni, verità, giustizia e fraternità, rappresentano oggi per noi quell’intuizione originaria che continua ad ispirarci, anche se chiede di essere declinata in modo nuovo in contesti profondamente mutati.
Ci sembra spesso di raccontare, con il nostro lavoro, un mondo impazzito. Basta guardare le prime pagine dei giornali: foreste che bruciano, fiumi di persone ridotte a numeri, un’economia che guarda al profitto di pochi e alimenta la povertà di tanti, molta cronaca nera, politiche nazionali e internazionali che fanno fatica a uscire da particolarismi ed egoismi di parte per ritrovare le strade del bene comune.
Si parla poco di giovani, di futuro, di ambiente, di lavoro, di città e di periferie, di antiche e nuove povertà, dell’emergenza umanitaria -ineludibile- sottesa al vasto movimento migratorio che coinvolge tanti popoli e paesi, e che vede l’Italia fortemente coinvolta.
Di questi temi continuiamo a occuparci con il nostro sito e con la rivista Desk, offerta come strumento formativo al giornalismo italiano. L’ultimo numero, ‘Raccontare la comunità’, contiene un’analisi delle parole della coesione e della disgregazione sociale in un contesto comunicativo in cui le dinamiche social influenzano non solo il sentimento positivo o negativo in seno alla società italiana, ma anche la formazione del consenso e la correttezza delle dinamiche democratiche.
Cerchiamo di essere giornalisti di pace, costruttori di ponti, in dialogo e in cammino con tutti gli uomini e le donne di buona volontà.
Cerchiamo di essere sentinelle della libertà di informazione, che come per ogni ogni bene e per ogni libertà, pur faticosamente conquistati, ci appartiene, eppure non si può mai dare per scontata.
Per i giornalisti, e per il giornalismo, non sono tempi facili.
Come singoli e come gruppi ci sentiamo chiamati a essere una presenza di sale, di lievito e di luce lì dove siamo, sforzandoci di affinare lo sguardo, la penna e la parola per cogliere i possibili germi di speranza che pure -in un mondo che sembra impazzito- non mancano.
Assisi è la città che abbiamo scelto per la nostra scuola annuale dedicata ai giovani, e dove torneremo nei prossimi mesi, mentre la prossima primavera rinnoveremo le nostre cariche associative, in un momento in cui stiamo riflettendo anche sull’adeguatezza delle nostre regole interne alle esigenze dei tempi.
Siamo giornalisti e comunicatori presenti tanto in testate laiche che cattoliche, e siamo sostenuti dalla chiesa italiana. Il Suo Magistero è per noi riferimento costante. In particolare il messaggio per la giornata mondiale delle comunicazioni sociali è ogni anno occasione di approfondimento e di confronto in tutte le regioni d’Italia in cui l’associazione è presente (nostro patrono è San Francesco di Sales).
Siamo qui per ringraziarla della Sua testimonianza, per chiedere la Sua benedizione e per ascoltare la Sua parola, che ci aiuti ad orientare nella giusta direzione il nostro cammino futuro.
A nome dell’Ucsi la Presidente Vania De Luca